‘Lavoro dignitoso tra innovazione ed economia circolare’, è stato il tema del convegno organizzato venerdì a Terni dalla Cisl Umbria. Insieme al sindacato nazionale, si è pensato di mettere al centro della discussione il lavoro, ritenendolo un pilastro insieme all’innovazione e all’economia circolare.
‘Industria 4.0’
«Ci rivolgiamo – è stato detto in apertura di convegno – in modo particolare ai lavoratori e alle lavoratrici che siamo chiamati a rappresentare ai tempi di ‘Industria 4.0’. Diventa essenziale gestire la transizione per proiettarci al futuro. Una città, una regione, funziona se attorno ha un ecosistema 4.0: mobilità, territorio, rigenerazione urbana, interconnessioni non solo fra macchine e persone, ma anche con il territorio, con la ricerca, con le amministrazioni pubbliche, con la scuola e con l’approvvigionamento energetico. Senza tralasciare naturalmente l’investimento più importante, quello sulle persone, a partire dalla loro formazione».
L’economia circolare
«Abbiamo pensato di mettere al centro della discussione il lavoro, ritenendolo un pilastro insieme all’innovazione e all’economia circolare», ha detto il segretario regionale della Cisl Umbria Riccardo Marcelli. «Siamo convinti che l’economia circolare possa produrre e portare con sé l’innovazione e rendere il lavoro più dignitoso. Vogliamo fornire alla cittadinanza e alla politica un’idea: Terni, ma anche l’Umbria, grazie alla presenza delle multinazionali, i cluster della chimica e dell’agrifood, per esempio, possono mettere in discussione un nuovo modello di società proiettata verso il raggiungimento degli obiettivi che le Nazioni Unite e l’Europa ci impongono».
I lavoratori
Nel cambiamento, secondo Montserrat Mir Roca (Confederal secretary dell’Etuc), è necessario «coinvolgere i lavoratori, perché se non sono parte della trasformazione, rischiano di rimanere indietro. Vogliamo coinvolgere quindi i sindacati per trasformare anche i posti di lavoro, perché pensiamo che si aprono grandi opportunità con il rinnovabile e con i nuovi metodi di produzione. Non è importante fare una scelta tra rispetto per l’ambiente e il mantenimento dei posti di lavoro, quello che a noi preme è la persona: la sfida è coinvolgere il lavoratore nel cambiamento. Ognuno deve pensare che sul proprio posto di lavoro ha un compito per trasformarlo in un logo dignitoso».