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Home » Lavoro in Umbria, tour di Maurizio Landini

Lavoro in Umbria, tour di Maurizio Landini

di Marco Torricelli
18 Ottobre 2017
in Dal territorio, Economia, Imprese, Lavoro, Politica
Tempo di lettura: 4 minuti di lettura
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«Ripartire dalle fabbriche, dalle tante vertenze aperte, che mettono ulteriormente a rischio un tessuto produttivo già piegato dalla crisi, per immaginare un nuovo modello di sviluppo economico e sociale per l’Umbria», è questo il filo conduttore dell’iniziativa organizzata dalla Cgil di Perugia ed alla quale prendono parte – tra gli altri – la presidente della Regione Umbria, Catiuscia marini e il segretario confederale della Cgil Maurizio Landini.

Ritardo giustificato Landini, per altro, è stato atteso oltre mezz’ora sotto la sede della Provincia, ma era passato a salutare gli operai Colussi in presidio davanti alla sede Confindustria e poi in assemblea in una fabbrica del territorio.

L’INTERVISTA A LANDINI – IL VIDEO

Catiuscia Marini e Maurizio Landini

Il dibattito Un confronto – stimolato e moderato da Fabrizio Ricci – con la presidente Catiuscia Marini, che da subito riconosce a Landini la vicinanza alle cause umbre e perugine in particolare (era in piazza Matteotti per la vertenza Nestlè). Lunga e articolata l’introduzione di Filippo Ciavaglia, che ha toccato molti temi citando tutte le aziende in crisi. E fa impressione perché sono tantissime.

Marini «Nel 2008 l’Umbria ha avuto il massimo di occupazione degli ultimi 15 anni e nel 2012 il picco più basso – dice la presidente Marini – ma dobbiamo sottolineare che è in atto una rivoluzione delle politiche industriali, con un rimodellamento delle aziende». E cita ad esempio il caso Umbria Cuscinetti. «Non è vero che la rivoluzione 4.0 per forza produce una diminuzione del lavoro. Perugina e Colussi non sono crisi figlie del mercato. Ma sono figlie di riorganizzazioni aziendali. In Umbria abbiamo prodotti, marchi, qualità ma non c’è imprenditoria. Questa è una crisi in cui mancano degli attori fondamentali». Per la presidente c’è «la necessità di pensare a nuove politiche industriali che affrontino il tema della crescita dimensionale delle imprese. Solo in questo modo le nostre imprese potranno essere più competitive. Le attuali dimensioni, infatti, penalizzano le nostre imprese, sia in termini della loro capacità di investire in innovazione, ricerca, sviluppo, sia in termini di capacità di export».

Landini «Le imprese che nel passato hanno maggiornante investito sono quelle che oggi che sono pronte ad entrare nell’impresa 4.0 – dice Landini – per fortuna non tutte le imprese chiedono di licenziare. È innegabile ci siano segni di ripresa. Però ci sono dati innegabili da non sottovalutare. Pur essendo arrivati a livelli di occupazione simili al 2008 ci sono meno ore lavorate e i salari sono mediamente più bassi. Inoltre, altro dato da non sottovalutare, l’età degli occupati è sempre più alta e contemporaneamente non diminuisce la disoccupazione. Resta quindi una crisi di sistema contro la quale non abbiamo adottate le opportune contromisure. Questo non solo perché mancano politiche industriali ma perché mancano politiche governative. Il problema non è che non si può dialogare con le multinazionali ma sapere cosa dirgli quando arrivano».

Terremoto e Dissesti Già strappata la promessa per un nuovo appuntamento, tematico, sul terremoto, ma anche su questo tema Landini fa una riflessione: «Con le nuove tecnologie avremmo la possibilità di mappare ogni centimetro quadrato di territorio per capire quanto sia a rischio in caso di eventi imprevisti, di tipo sismico o climatico. Inutile dire che questo intervento capillare creerebbe tanti posti di lavoro reali». 

Landini a Terni

A Terni Nel pomeriggio, poi, Landini si è spostato a Terni, per partecipare ad un’altra iniziativa della Cgil – ‘Logistica e trasporto 4.0, un’opportunità per uscire dalla crisi nel tempo dell’industria 4.0 e dell’area di crisi complessa Terni-Narni’ – organizzata dal sindacato di categoria Filt: «La logistica è un settore fondamentale – ha detto Landini – e quello che per noi è grave è che oggi non c’è un piano nazionale dei trasporti e si ragiona senza un progetto complessivo, costruito con il supporto di governo e Regioni che coinvolga regioni e Governo».

Le criticità Nel corso del dibattito si sono messi in risalto alcuni punti di particolare criticità: «precarietà del lavoro, sfruttamento della manodopera e illegalità – ha messo in evidenza il segretario della Filt Cgil, Alessandro Rampiconi – ma anche infrastrutture carenti o che rischiano di diventare delle cattedrali nel deserto, come la base logistica Terni-Narni»

RAMPICONI (FILT-CGIL): «PIASTRA LOGISTICA TERNI-NARNI DA COMPLETARE» – IL VIDEO

Le urgenze Per rampiconi, poi, «l’assenza di una vera politica politica industriale nazionale da circa 30 anni ha determinato carenze gravissime, in un settore che ha visto nascere e crescere nuove figure professionali, ma nel quale registriamo la presenza di retribuzioni e diritti al di sotto della soglia di tolleranza».

«Governare la trasformazione» Nelle conclusioni, Maurizio Landini ha ricordato che “la trasformazione oggi è in atto, bisogna governarla e governarla bene. Il governo investe per avere autobus nuovi a basso inquinamento, ma poi la produzione avviene in Turchia. Oppure si lancia una grande campagna per installare centraline per le auto elettriche nelle città, ma poi in Italia di auto così non se ne fanno. Allora va fatto un ragionamento complessivo in termini di sistema: vanno definiti i settori strategici intorno ai quali ridisegnare il sistema industriale e produttivo del nostro Paese, così come di un territorio importante come quello ternano-narnese».

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