L’Umbria dei Festival, Terni a bocca asciutta

Intendiamoci: un ternano, con mezz’ora di macchina può togliersi tutte le soddisfazioni che vuole. Ma il problema è evidentemente un altro – Il corsivo di Walter Patalocco

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di Walter Patalocco

Spoleto? Festival dei Due Mondi. Perugia? Umbria Jazz. Todi? Todi Festival. Città di castello? Festival delle Nazioni. Orvieto? Umbria Jazz Winter. Foligno? La Quintana. Narni? La Corsa all’Anello e Black Jazz Festival. Terni? “Lu Cantamaggiu” e nemmeno quello si riesce a lanciare e rendere vitale.

Ma com’è. Nemmeno la festa del santo degli innamorati (sì, san Valentino) si riesce a far decollare: o qualcuno pensa che Cocciolentino sia qualcosa di diverso e di più da una minuscola miniatura di Eurochocolate?

Eppure le occasioni non sarebbero mancate. In fondo Umbria Jazz, quand’è nata, ha organizzato concerti memorabili anche a Terni. Poi si è rotto il rapporto perché – alla fin fine la motivazione era questa – i perugini che organizzavano Umbria Jazz tenevano Terni su un gradino più basso come dimostrava il fatto che volevano scegliere loro – gli organizzatori, guarda un po’ – date e artisti.

All’epoca dell’amministrazione Ciaurro si provò allora a far da soli, e si continuò anche dopo, ma evidentemente – mentre i soldi spesi non erano pochi – chi avrebbe dovuto curare al meglio certe manifestazioni è scivolato su qualche buccia di banana. Così Orvieto, che ha fatto a fidarsi, in collaborazione con i perugini di Umbria Jazz ha il “Winter Jazz”, Narni che ha fatto un po’ da sola ed un po’ si è rapportata ha il suo “Black Jazz”.

Del Festival dei Due Mondi non è lecito nemmeno parlare, in un discorso del genere. Siamo su un altro pianeta, si tratta un qualcosa, nato da quasi sessant’anni. Un’iniziativa unica al mondo, irripetibile in altre “locations”.

Intendiamoci: un ternano se proprio è amante del jazz, del teatro, del balletto e via dicendo con mezz’ora di macchina può togliersi tutte le soddisfazioni che vuole.

Il problema sta nel richiamo, nella funzione di volano che manifestazioni di un certo tipo assicurano sul piano dell’immagine di una città e quindi sull’attrazione turistica. Non a caso la Regione è andata fino a Roma a presentare le manifestazioni più importanti (Spoleto, Umbria Jazz – del quale ha cantato le lodi pure in Cina, pensa te – e Festival delle Nazioni) affermando il principio che proprio da qui passa una fetta grossa di promozione turistica. E Terni? La Regione ha di nuovo dimenticato Terni? Ma che si poteva dire di Terni?

A meno che con una botta della solita fantasia proprio a Terni non si organizzi un “Festival del bullone” o una bella esposizione di “blocchi stampi”: in tal caso si può essere tranquilli che non ce ne sarebbe per nessuno.

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