Anche Macenano, frazione di Ferentillo, festeggia il suo patrono e titolare della chiesa Sant’Antonio Abate, venerdì 17 gennaio. Qui la tradizione va oltre, immergendosi nei riti più popolari della civiltà contadina riferita appunto al santo protettore degli animali domestici.
La festa è contraddistinta da tre momenti. Alle 14 inizierà il giro consueto da parte del parroco presso le stalle e gli allevamenti del paese e zone limitrofe per la benedizione degli animali. Macenano, come tutta la Vallesuppegna, comprendente Colleponte, Terria, Abbazia e Casali, Umbriano, fin dai secoli scorsi è stato un territorio dedito all’agricoltura e all’allevamento. Ancora ci sono allevatori e commercianti di bestiame sulla montagna: Aspra, Salto del Cieco, Solenne. La cerimonia religiosa sarà celebrata presso la chiesa della Madonna delle Grazie a Colleponte; seguirà alle 20 la tradizionale cena presso la ‘Ninfa del Nera’ (per prenotazioni, Domenico cell. 329.90414867).
«Una devozione per il santo patrono degli animali domestici – osserva lo storico locale Carlo Favetti – viene espressa dal dipinto su tela situato nella chiesa di Macenano. La pala di altare di notevoli dimensioni (275×192) è stata realizzata dal pittore Leonessano Giacinto Boccanera. Nel dipinto è raffigurata la Madonna del Rosario col Bambino Gesù in braccio, tra angeli e teste cherubiche; in basso Sant’Antonio Abate, San Clemente, Sant’Agostino. Giacinto Boccanera (1666-1746) nacque l’11 marzo a Leonessa e fin da giovane si stabili a Roma ed ebbe come maestro Giacinto Brandi. Verso il 1717, a Perugia, si sposò ed ebbe due figli. Fu direttore dell’Accademia Belle Arti di Perugia fino al 1737. Morì a Perugia il 17 marzo del 1746. Il Boccanera – conclude Favetti -, come il Bisini e altri artisti sei/settecenteschi, lavorarono in questo territorio ferentillese e della Valnerina; non dimentichiamo che essendo Leonessani, furono accomunati da legami territoriali e amministrativi fra i due comuni.