L’Umbria avrà , di nuovo, un osservatorio sulla criminalità organizzata e l’illegalità . Lo ha deciso martedì sera l’aula di palazzo Cesaroni, approvando la proposta sottoscritta dai componenti della commissione d’inchiesta su ‘Analisi e studi su criminalità organizzata, infiltrazioni mafiose, tossico-dipendenze, sicurezza e qualità della vita’.
La legge L’atto, approvato con la sola astensione del Movimento 5 stelle in consiglio regionale e già licenziato dalla prima commissione, va a integrare la legge regionale numero 16 del 2012 che riguarda le misure per l’attuazione coordinata delle politiche regionali a favore del contrasto e prevenzione del crimine organizzato e mafioso, nonché la promozione della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile.
Confronto Secondo il consigliere Pd Leonelli, presidente della commissione d’inchiesta, l’obiettivo dell’osservatorio è di allargare e ottimizzare quanto già fatto durante la precedente legislatura. «Dopo una fase di confronto e ascolto con le associazioni e i soggetti sociali e istituzionali, si è giunti ad positiva sintesi che porterà all’attivazione di un importante strumento utile ed efficace per contribuire a prevenire e contrastare il pericoloso fenomeno dell’infiltrazione della criminalità organizzata nel tessuto economico e sociale umbro. La nostra – ha sottolineato – è la prima esperienza a livello nazionale che, su un tema come questo, vede impegnati insieme soggetti istituzionali ed associazioni».
Obiettivi Tra i compiti dell’Osservatorio in primo luogo lo studio dei fenomeni correlati al crimine organizzato e mafioso, attraverso la raccolta di dati e informazioni relativi al progredire della presenza o delle infiltrazioni delle organizzazioni mafiose. Tutto ciò per promuovere la condivisione e la collaborazione tra i soggetti pubblici e privati interessati al tema della legalità , e per definire azioni e politiche di intervento.
Componenti L’osservatorio, composto da tre tecnici esperti della materia, resterà in carica per tutta la durata della commissione d’inchiesta ed opererà in raccordo con il comitato tecnico-scientifico previsto dall’articolo 6 della legge 16/2012. Faranno parte dell’osservatorio il presidente ed il vice della commissione d’inchiesta, un rappresentante delegato da Anci Umbria, sette esperti nelle tematiche attinenti al tema della legalità designati congiuntamente dalle seguenti associazioni antimafia operanti in Umbria (Libera Umbria, Libera informazione, Legambiente, Sos Impresa, Cittadinanzattiva, Mente Glocale, Wwf), un rappresentante designato congiuntamente dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori maggiormente rappresentative a livello regionale, tre rappresentanti designati congiuntamente dalle organizzazioni rappresentative delle imprese e delle cooperative maggiormente rappresentative a livello regionale, un rappresentante designato dalla Commissione regionale dell’Associazione bancaria (Abi) Umbria. La Commissione d’inchiesta potrà integrare i componenti individuando ulteriori associazioni. Il presidente dell’Osservatorio sarà nominato nella prima seduta di insediamento, scelto tra le sette associazioni antimafia designate.
Informazioni e dati Il supporto amministrativo all’Osservatorio sarà assicurato dall’Assemblea legislativa e la partecipazione alle sedute dell’Osservatorio è a titolo gratuito. Un’apposita norma finanziaria consentirà l’impiego delle risorse necessarie a particolari attività di studio e comunicazione. Tra i suoi compiti la raccolta di informazioni e dati utili, il supporto ai consiglieri regionali nella segnalazione di eventuali problematiche o criticità , la promozione di forme di comunicazione diretta con i cittadini anche attraverso il sito internet dell’Assemblea legislativa, lo studio, ricerca ed indagine contribuendo all’implementazione del portale telematico di documentazione.
Gli interventi «Spesso disponiamo di dati – ha annunciato il consigliere Claudio Ricci anticipando il voto favorevole – ma importante è la modalità con la quale vengono elaborati, raccolti, messi insieme e su come utilizzarli per mettere a punto azioni importanti per il territorio. In tema di sicurezza, non bisogna limitarsi quindi a leggere i dati, ma mettere a disposizione modelli da applicare su scala regionale e comunale». Nonostante un voto favorevole preannunciato anche dal Movimento 5 stelle, il consigliere Liberati ha infine deciso di astenersi dopo il silenzio della maggioranza sull’inchiesta in corso a Terni. «Una parola chiara è necessaria – ha detto – non servono posizioni pilatesche che fanno ricadere solo sul sindaco l’eventuale responsabilità . Oggi abbiamo l’occasione per evidenziare che c’è un problema incombente, quello del rapporto tra politica e affari, che zavorra questa regione».