di Fabio Paparelli (consigliere regionale Pd), Francesco Filipponi (responsabile scuola segreteria regionale Pd), Elisabetta Mascio (consulta regionale scuola Pd), Daniele Longaroni, Luciano Conti e Nicoletta Valli (consiglieri provinciali Terni)
La decisione assunta giovedì della giunta regionale, in merito alla riorganizzazione della rete scolastica, con la scelta di accorpare gli istituti comprensivi di Montecastrilli/Avigliano con Acquasparta/Sangemini è illegittima nelle procedure e contrasta con gli stessi criteri che la Regione si è data con la Dgr 847 dello scorso 7 agosto, che già a suo tempo sollevò molte polemiche all’interno del mondo della scuola. Ora la pezza è addirittura peggiore del buco. Si colpisce ancora una volta la Provincia di Terni ed in particolare l’area della Centrale Umbra, causando così gravi disservizi alla rete educativa del territorio, in particolare nei comuni di Montecastrilli, Avigliano Umbro, Acquasparta e Sangemini.
Si tratta di una scelta scriteriata compiuta in attuazione di una riforma altrettanto scellerata, come quella voluta dal governo di centrodestra e adottata con la legge 127 del 30 luglio 23, ma la Regione Umbria aveva una carta da giocare, lo status di regione terremotata, che non è stata in grado o non ha voluto giocare per ottenere le necessarie deroghe. In generale il dimensionamento, come tristemente noto, determinerà la chiusura di molte istituzioni scolastiche in Italia, con una forte incidenza su personale e qualità del servizio educativo erogato. Questa pseudo riforma, che la Regione ha avallato, porterà alla chiusura di oltre 600 istituzioni scolastiche in Italia da qui al 2032, di cui almeno 9 in Umbria già nel prossimo triennio e 6 subito, ovvero a partire dall’anno scolastico 2024/25. L’area della Centrale Umbra sarà tra le prime a subirne gli effetti, con la conseguente creazione di un ingestibile ‘mega istituto’ con quasi 1.400 studenti in un’area montana. Una decisione che, peraltro, è stata assunta dalla Regione senza un’adeguata partecipazione delle istituzioni appartenenti a questo territorio e contro gli indirizzi espressi dalla competente Provincia di Terni. Uno schiaffo ad un’area interna, contro la legge, poiché trattasi di istituti già dimensionati per quantità di studenti, insistenti in area montana e quindi con un regime giuridico volto a tutelare l’integrità degli istituti che oggi incredibilmente vengono accorpati.
La DGR 847 proposta dall’assessore Agabiti prevedeva precisi criteri per procedere agli accorpamenti: priorità rispetto alla costituzione di istituti comprensivi in una logica di continuità didattica; priorità per gli istituti sottodimensionati ed esclusione delle aree montane. Nessuno di questi criteri viene rispettato e pertanto riteniamo illegittima la delibera assunta giovedì ed invitiamo la Regione, in autotutela, a ritirarla. Né vale la considerazione che l’istituto comprensivo Acquasparta/Sangemini sia sottoposto a reggenza poiché ciò avviene solo per il distaccamento del dirigente titolare all’Archivio di Stato: un’azione strategica per i territori, quale la programmazione della rete scolastica, non può in alcun modo essere legata alla presenza effettiva o meno di un dirigente.
Le scuole sono della comunità, le istituzioni locali sono chiamate a rispondere alla comunità, non possono da sole decidere il destino delle scuole e delle famiglie. Il lavoro svolto intensamente dai dirigenti scolastici, dai docenti e dal personale, in collaborazione con le associazioni del territorio, attraverso i patti di comunità, le azioni condivise e i progetti realizzati, verrebbe vanificato da una decisione così incongruente per l’impossibilità di garantire cura ed attenzione a così ampie e diverse specificità.
I docenti delle scuole accorpate dovranno inoltre riferirsi non solo ad un nuovo dirigente scolastico, ma anche ad una segreteria diversa rispetto a quella precedente, quasi sempre in un territorio o in un comune diverso. Anche le famiglie degli alunni dovranno cambiare segreteria e direzione di riferimento. La chiusura delle istituzioni scolastiche, per effetto della revisione della rete, ha anche ripercussioni sul personale di segreteria dell’istituto soppresso che, nella migliore delle ipotesi, dovrà soltanto cambiare sede di servizio trasferendosi di diritto nella segreteria dell’istituzione superstite, ma nella peggiore delle ipotesi potrebbe risultare perdente posto ed essere costretto a cercare sede altrove, anche lontano da casa.
Per questi motivi, insieme alle comunità locali, ai sindaci e alla Provincia, che auspichiamo si oppongano a tale scellerata decisione, ci batteremo con ogni mezzo per impedire che una riforma pensata solo con una mera logica di tagli, finisca per depauperare un intero territorio, in cambio di promesse vacue come le risorse comunitarie dedicate alle aree interne, che spettano ai Comuni interessati a prescindere. In particolare auspichiamo che la presidente della Provincia di Terni, Laura Pernazza, impugni la delibera a difesa della decisione assunta dal consiglio provinciale di Terni in modo pressoché unanime.
di Benedetta Baiocco (capogruppo Pd Comune di Montecastrilli), Claudia Sensini Claudia (segretaria circolo Pd Montecastrilli), Daniele Gentili (segretario circolo Pd Avigliano Umbro), Luca Longhi (capogruppo di maggioranza Comune di Avigliano Umbro), Antonella Rivelli (segretaria circolo Pd Acquasparta), Angelo Camilli (segretario circolo Pd San Gemini)
La decisione della giunta regionale di accorpare gli istituti comprensivi di Montecastrilli-Avigliano Umbro e Acquasparta-San Gemini, dopo aver interpellato soltanto i sindaci dei comuni di Montecastrilli e Acquasparta, è una scelta miope e scellerata, mai prospettata perché completamente assenti i requisiti previsti dai criteri del Dgr 847 del 7 agosto 2023.
I circoli del Pd della Centrale Umbra convocato urgentemente un incontro online invitando le minoranze dei consigli comunali, compresi i rappresentanti del Partito Socialista, alcuni amministratori di maggioranza del comune di Avigliano Umbro e il sindaco Conti il quale ha dichiarato la sua contrarietà all’accorpamento dei due istituti.
Hanno partecipato, inoltre, i referenti e i delegati alla scuola del Pd, sia a livello regionale che provinciale. I segretari dei circoli della Centrale Umbra hanno invitato anche la segretaria generale federazione Uil Scuola Rua Umbria, Lucia Marinelli e il segretario generale Flc Cgil Terni, Marco Vulcano i quali nella riunione hanno rimarcato la gravità della decisione presa dalla giunta regionale, sostenuta dai sindaci interpellati e non condivisa con le comunità scolastiche.
I segretari dei circoli del Pd sono fortemente contrari perché con questa decisione si colpisce l’area della Centrale Umbra che, oltre ai disservizi che riguardano la sanità, perderà anche servizi educativi adeguati alle diverse identità dei territori. La linea politica della destra regionale e locale condurrà, nel breve e medio periodo, verso la chiusura dei piccoli plessi scolastici ancora diffusi nelle frazioni.
Con l’accorpamento dei due istituti comprensivi si creerebbe un ‘mostro burocratico’ ingestibile, scollato tra i territori e la comunità scolastica e composto da circa 1.336 alunni, 18 plessi e 4 comuni. Si perde una scuola con un’offerta formativa omogenea per tutti, all’interno di comunità organizzate per piccoli plessi secondo una logica di reciprocità con il territorio. Le scelte politiche della destra regionale e locale determineranno il progressivo svuotamento dell’area della Centrale Umbra con la perdita dei servizi essenziali.