Motorismo in lutto, addio a Paolo Rossi

Terni, una vita piena di passioni e vissuta sempre ‘di corsa’. I funerali si svolgeranno lunedì

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di M.T.

Ha combattuto, Paolo Rossi. Con quel coraggio che conoscevo e senza perdere quel sorriso con il quale, da quasi 40 anni – ne avrebbe compiuti 69 il prossimo 22 maggio – mi salutava quando capitava di vederci. Ma alla fine si è dovuto arrendere. E chi lo conosceva, volendogli il bene che meritava, adesso piange un uomo di sport vero. A ricordarlo come si deve, però, ci pensa Walter Patalocco, in un suo speciale corsivo.

di Walter Patalocco

L’edizione 2015 del Motogiro d’Italia ha preso avvio sabato mattina a San Marino, ma Paolo Rossi, che per anni ne è stato l’anima, non poteva esserci: la malattia con cui combatteva già da tempo non glielo aveva permesso.

Se lo è portato via proprio mentre erano in corso le operazioni di punzonatura delle moto d’epoca che prendono parte ad una manifestazione che nel suo genere è sicuramente una delle più importanti d’Europa. E’ con Paolo Rossi presidente che il Motoclub Terni è riuscito a farla diventare quel che oggi è.

C’era lui alla guida di quel gruppo di appassionati, tutti volontari e soci del Motoclub Terni, che ogni anno si sobbarcano il lavoro duro dell’organizzazione: dall’allestimento delle strutture per le sedi di tappa, all’assistenza lungo il percorso, alle mansioni di cronometristi.

Un gruppo che Paolo Rossi è riuscito a costruire e a cementare contando soprattutto sulla sua dote principale: la capacità di affrontare qualsiasi tipo di difficoltà o di problema con un pizzico di ironia, una manciata di allegria e con una buona dose di ottimismo.

E soprattutto di infondere sicurezza, perché se all’ultimo minuto mancava il permesso per l’attraversamento di un luogo abitato, se c’era da fare una premiazione volante per accattivarsi simpatie o per ringraziare chi s’era mostrato collaborativo, se c’era da imbastire un discorso lui era in grado di cavare tutti dall’impaccio.

Ed era lui come direttore di gara che doveva alla fine trovare una soluzione a cavilli regolamentari, o a smussare gli angoli a rivalità che seppur sportive a volte richiedevano comprensione. Era questa la sua forza, grazie alla quale gli perdonavano se in certi momenti magari s’era fermato in un bar a prendersi qualcosa di fresco.

Aveva un sogno Paolo Rossi: che nel Ternano nascesse un impianto permanente per gli sport motoristici.

Ci lavorava in ogni occasione, non è mai riuscito ad andare oltre le manifestazioni d’interesse da parte di alcuni interlocutori. Per dar sfogo alla passione per i motori, comunque, bastava ed avanzava l’impegno nel motoclub intitolato a Liberati a cui proprio il suo staff volle che s’aggiungesse il nome di Paolo Pileri, come Liberati pilota ternano campione del mondo.

Una passione che non era l’unica, comunque. Aveva un altro grande amore ed era Stroncone, il paese dove abitava. Non a caso ha voluto che alcune delle manifestazioni di moto storiche come il Motogiro d’Italia, prendessero il via o avessero come traguardo finale proprio Stroncone. Poi c’era la musica, il trombone che per un periodo ha suonato nella banda della Racchia di Collescipoli.

Una vita dinamica, presa così com’era venuta con le gioie, i problemi e le preoccupazioni che, come a tutti, non gli sono stati risparmiati. Ma con un vantaggio per lui e per chi gli stava intorno: quello di cercare sempre la possibilità di sdrammatizzare, di non dare importanza eccessiva a questioni che non la meritavano.

Ha affrontato così, con coraggio, anche la malattia: “Scusi ha prenotato? Perché qui i posti sono tutti già presi” disse nell’incontrare un amico sorpreso di trovarlo ricoverato nel reparto oncologico dell’ospedale di Terni. Una battuta che eliminò in un istante ogni imbarazzo e che fece pensare all’amico. “Ce la farà pure stavolta”. Invece non è andata così.

I funerali si terranno lunedì alle 13, 30 partendo dall’Hospice del Parco Le Grazie. Accompagnato da una staffetta motociclistica il feretro raggiungerà Stroncone per l’ultimo saluto a Paolo Rossi che si terrà su quella piazza che grazie a lui ha più volte ospitato motociclisti provenienti da tutta Europa ed oltre.

 

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