Choc a Città di Castello, dove un avviso di conclusione delle indagini preliminari è stato notificato – da parte della procura di Perugia – al consigliere comunale M5s Marco Gasperi, 30 anni, vice presidente dell’assemblea consiliare tifernate. L’accusa è di rapina aggravata ai danni di una sala scommesse del centro della cittadina.
Il fatto nella primavera scorsa
Le indagini, condotte dai carabinieri della compagnia di Città di Castello, sono partite lo scorso 10 aprile, quando un uomo con il volto travisato ed armato di pistola aveva fatto irruzione nella sala scommesse ‘Gold Faraone’, facendosi consegnare da una dipendente, sotto la minaccia dell’arma, circa 4.500 euro. Gli accertamenti svolti dai militari hanno permesso – ha spiegato sabato mattina l’Arma – di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico del 30enne.

Sospettato sin dall’inizio
Le verifiche, che sin dall’inizio avevano consentito ai carabinieri di focalizzare l’attenzione sul giovane, abituale frequentatore della stessa sala scommesse, avevano già portato al sequestro dell’arma verosimilmente utilizzata nella rapina e legittimamente detenuta, oltre che di alcuni capi di abbigliamento (cappellino, guanti) indossati dal presunto rapinatore. Sempre secondo quanto riferito dall’Arma i successivi approfondimenti, svolti anche sui filmati delle concitate fasi della rapina registrati dall’impianto di videosorveglianza della sala scommesse, oggetto tra l’altro di una approfondita relazione tecnica della sezione fonica e audiovideo del Ris di Roma, hanno quindi permesso ai carabinieri ed all’autorità giudiziaria, «di cristallizzare gli elementi fondanti il pesante quadro indiziario, che ha dato origine al provvedimento notificato al giovane».

De Luca: «Dimissioni subito»
Il consigliere regionale del M5s Thomas De Luca interviene sulla vicenda: «Il M5s Umbria intende esprimere una posizione netta e inequivocabile nella richiesta immediata di dimissioni. A prescindere dalle valutazioni che competono esclusivamente alla magistratura, riteniamo doveroso un passo indietro volto a tutelare non solo le istituzioni ma in primo luogo lo stesso consigliere. Simili notizie non possono in alcun modo essere affrontate con mezzi termini, in questo si misura la distanza tra un Movimento che richiede il casellario all’atto della candidatura e altrove dove indagini e processi fanno curriculum».