Sono previsti 200 mila euro per smaltire buona parte dei materiali inquinanti presenti nell’ex sito industriale Adica di Nera Montoro che produceva fitofarmaci e fertilizzanti. Lo rende noto l’assessore all’Ambiente Alfonso Morelli, ricordando che una parte dei fondi, per un importo di 50 mila euro, sono già stati spesi. Altri fondi erano già stati stanziati per lo smaltimento: 150 mila euro a gennaio scorso e con il fondo di 2,3 milioni dato, a luglio scorso, dalla Regione ai comuni di Gualdo Tadino, Narni e Magione come contributo per la promozione del passaggio, per l’allestimento di centri di riuso, per interventi di messa in sicurezza, rimozione di rifiuti e bonifica, manutenzione nelle aree naturali protette e attività di comunicazione per diffondere la cultura della gestione sostenibile dei rifiuti.
I 50 mila euro già spesi «Sono serviti – fa sapere in una nota – per smaltire i materiali pericolosi i cui stoccaggi erano maggiormente esposti agli agenti atmosferici e che potevano quindi creare problemi con sversamenti ed inquinamento delle falde». Morelli sottolinea l’apporto decisivo della Regione Umbria che ha finora messo a disposizione le somme necessarie e puntualizza che «la situazione ambientale di Adica è costantemente monitorata grazie al lavoro sinergico dei vari enti locali affinché il sito rimanga in sicurezza per l’ambiente circostante».
L’azienda e il fallimento L’assessore ricorda: « A fronte del fallimento, la proprietà ha lasciato all’interno del sito una quantità considerevole di rifiuti e sostanze pericolose che senza un presidio continuativo possono creare un grave problema ambientale. Purtroppo tale condotta irresponsabile della proprietà ci costringe, per il mantenimento in sicurezza del sito, ad intervenire con risorse economiche pubbliche. Nonostante il coinvolgimento del Ministero dell’Ambiente, che di fatto ha escluso qualsiasi forma di aiuto, solamente grazie alla Regione stiamo effettuando degli interventi di smaltimento per eliminare al massimo le fonti di pericolo».
Seconda fase «Al termine di questa prima fase – spiega Morelli – Comune, Regione ed enti preposti ai controlli ambientali faranno nuove valutazioni per capire come e dove intervenire. Purtroppo già sappiamo che sicuramente saranno necessari ulteriori azioni per migliorare la sicurezza del luogo, compito che avrebbe dovuto svolgere il privato e di cui invece si sta facendo carico la parte pubblica per garantire la sicurezza di tutti noi. Non possiamo sottrarci a questo impegno. Sicuramente le risorse per l’area di crisi complessa potranno rappresentare un’occasione per risolvere definitivamente questo problema con interventi di bonifica. Ad oggi l’area pur essendo di grande interesse strategico, non vede alcuna possibilità di sviluppo e solamente un recupero ambientale definitivo potrà garantire l’insediamento di nuove attività produttive».