«Il problema dei rifiuti esiste, è serio e importante. E noi non vogliamo voltare lo sguardo da un’altra parte». Conclude così, dopo quattro ore di interventi in un lunedì che ha visto il tema dei rifiuti al centro del dibattito politico, a Perugia come altrove, il suo intervento il sindaco di Orvieto Giuseppe Germani al termine dell’incontro – il primo, ce ne saranno altri – sulle linee guida per il Piano d’ambito regionale promosso da Auri e comune e che si è tenuto in un’affollata sede del consiglio comunale di Orvieto.

Il nuovo piano Presenti, assieme a sindaco, assessori e consiglieri comunali, anche Fausto Brevi dell’istituto Oikos, Giuseppe Rossi dell’Autorità unica rifiuti e idrico e Roberto Cavallo della cooperativa Erica, le figure di riferimento che da mesi stanno lavorando al piano integrato preliminare che sarà presentato entro l’inizio del 2018. Come ricordato anche da Cristian Betti, presidente di Auri, in commissione regionale, nel piano sarà prevista una modalità omogenea di calcolo delle percentuali di raccolta differenziata ed anche modalità di raccolta che puntino più sulla percentuale di quanto effettivamente recuperato. Per quanto riguarda le discariche, l’obiettivo dell’Auri è di passare da 230 a meno di 100mila tonnellate di conferimenti annui. Nelle recenti fasi di crisi, ha spiegato Betti, sono stati utilizzati i siti di Belladanza, Casone e Umbertide mentre è in fase di attivazione il rapporto con le Marche per portare rifiuti verso Ascoli Piceno.

Criticità Ancora incerto se, nel nuovo piano, sarà ancora prevista produzione di combustibile solido secondario (css) come indicato per il sito di Maratta nel vecchio Piano. Infine, sui contratti di servizio, è stato avviato un controllo sull’attuazione e si prevede l’impiego di un tecnico per verificarne il rispetto. Problematiche, oltre quelle già in corso, potrebbero riguardare lo smaltimento della forsu, la frazione organica dei rifiuti solidi urbani, di Ponte Rio che dall’inizio del nuovo anno non sarà più garantita. Dopo Belladanza e gli impianti fuori regione, con un lievitamento delle spese della società di gestione ora l’incognita resta aperta, dal momento anche a causa del blocco di alcuni milioni di euro dai conti correnti di Gesenu non permetteranno più di portare rifiuti fuori regione.
Le Crete C’è poi il caso Orvieto, con un progetto di ampliamento della discarica prima bloccato e poi stoppato dal Consiglio di Stato ma che sembra poter rientrare dalla finestra. Nei giorni scorsi, dopo che il consigliere regionale Raffaele Nevi aveva scoperto le ‘carte’del primo cittadino Germani, rendendo pubblico un verbale con cui si inchioda alle sedia il sindaco che avrebbe avallato il progetto Acea – nonostante il no già espresso del consiglio comunale – di un nuovo ampliamento del secondo calanco, la città si era risvegliata con l’incubo più ricorrente, quello di tornare ad essere la pattumiera dell’Umbria. Così, cogliendo l’occasione del convegno con l’Auri, si è tolto qualche sassolino dalla scarpa.

Germani vs Nevi «Non nego che ci sia un problema sui rifiuti – dice il primo cittadino– bisogna affrontarlo insieme e cercare di mitigare l’impatto. Sono stati fatti errori in passato, ma se abbiamo scongiurato, una volta per tutte, il problema del terzo calanco tutti qui oggi dobbiamo pensare che stiamo affrontando il problema in un certo modo. Nevi oggi mi ha dato del Pinocchio – attacca Germani – ma forse non ha letto bene tutti gli atti. E’ ovvio che se auspichiamo la realizzazione di impianti li vogliamo ad Orvieto, ma noi qui abbiamo portato la raccolta differenziata ad oltre il 70% e credo che possiamo dire la nostra e aprire un discorso nuovo».
Solo rimodulamento E poi sul progetto di ampliamento che, secondo il sindaco Germani, sarebbe semplicemente un rimodulamento. «Il progetto di ampliamento del secondo calanco – dice – oggi è stato bloccato, bocciato. Quello presentato ufficialmente alla Regione è stato bloccato perché la Regione non ha superato il parere negativo del comune di Orvieto, lo ha superato dal punto di vista tecnico ma non politico. Come ho detto in altre occasioni l’azienda aveva la possibilità di ripresentare e rimodulare il progetto, l’ha fatto e io ho partecipato a queste riunioni nella sede dell’assessorato. Quello che è stato sbandierato sulla stampa è stato il verbale degli incontri. Ma – assicura – io ho detto ufficialmente che questa cosa la discuteremo in consiglio comunale, organo sovrano rispetto alla decisione che il sindaco di Orvieto porterà in quel consesso. Ora sta alla nostra responsabilità dire come possiamo andare avanti e quali sono le strade da intraprendere. Non ho firmato alcun tipo di autorizzazione – conclude – vedremo il da farsi».