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Home » Perugia, Joan ha vinto: sì all’atto di nascita

Perugia, Joan ha vinto: sì all’atto di nascita

di Lucina Paternesi
11 Settembre 2017
in Apertura 5, Attualità, Politica
Tempo di lettura: 3 minuti di lettura
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Sono trascorsi quasi tre mesi da quando era emersa, con tutta la sua forza, la vicenda del piccolo Joan, il bambino di sei mesi figlio di due mamme perugine cui il Comune di Perugia aveva negato la trascrizione dell’atto di nascita. Un bambino lasciato senza identità, senza il diritto di poter ritornare in Italia con le sue due mamme bloccandolo, di fatto, in Spagna.

L’ordine del giorno Ora, quasi 90 giorni dopo, con una battaglia sul filo del rasoio portata avanti dalla società civile e dalle opposizioni in consiglio comunale, finalmente lunedì pomeriggio è stato approvato l’ordine del giorno che impegna il sindaco Romizi a trascrivere in autotutela l’atto di nascita del bambino. Soddisfazione per questa ‘battaglia’ è stata espressa da tutte le forze politiche che avevano appoggiato la richiesta. «Nessuno deve rimanere indietro, prima di tutto sui diritti» è stato il commento dei 5 stelle.

Un contrario e un astenuto L’ordine del giorno – fa sapere una nota del Comune – è stato approvato con 16 voti a favore (gli 11 dell’opposizione, più i consiglieri Camicia, Perari, Scarponi, Nucciarelli e Leonardi), uno contrario (Varasano) ed un astenuto (Sorcini). Prima della votazione i consiglieri di Fratelli d’Italia avevano abbandonato l’aula nella speranza (forse) di far mancare il numero legale.

La vicenda Illustrando l’atto, il consigliere Perari ha ricostruito tutta la vicenda, specificando che le due donne hanno fatto ricorso alla procreazione assistita e sono entrambe legate ‘fisicamente’ al bambino: una per averlo partorito, l’altra per aver donato l’ovulo. Il bambino porta il cognome di entrambe le madri che risultano in Spagna entrambe come genitori. All’atto della trascrizione del documento di nascita presso il Comune di Perugia, tuttavia, lo stesso è stato rifiutato. Un rifiuto non supportato però dalla legge – sostengono i firmatari del documento – che esclude la trascrizione degli atti validamente formati all’estero soltanto nel caso in cui essi siano contrari all’ordine pubblico. E siccome la Cassazione ha poi escluso la contrarietà all’ordine pubblico dell’atto di nascita validamente formato all’estero che riporta due genitori dello stesso sesso.

Bistocchi: «Rifiuto assurdo» «Il bambino in questione è legittimamente figlio di due madri – ha detto in aula Sarah Bistocchi (Pd) – perché hanno avuto entrambe un ruolo chiave nella procreazione dello stesso. Il Comune, rifiutandosi di trascrivere l’atto, ha disconosciuto un fatto obiettivo, ossia la nascita del bambino. Oggetto di discussione oggi non è il riconoscimento dell’unione tra due persone dello stesso sesso, ma solamente il rigetto di una legittima trascrizione. È assurdo, pertanto, che per il Comune di Perugia oggi quel bambino non esista e che, per l’effetto, per la prima volta in Italia sia stata rifiutata una trascrizione dovuta. Riteniamo quindi che questa vicenda debba concludersi oggi in seno al Consiglio comunale con un voto a favore evitando spiacevoli strascichi giudiziari».

Rosetti: «Sui diritti non si tratta» «L’operato degli uffici comunali è stato sbagliato – ha detto la consigliera dei Cinque Stelli Rosetti – soprattutto in considerazione del fatto che la giurisprudenza sul punto era ben nota da tempo. Non si può negare ad un bambino di essere nato. Qui non si parla di opinioni politiche, ma di atti amministrativi dovuti che il sindaco, in quanto ufficiale di stato civile, ha il compito di adottare subito».

Sorcini: «Errore a monte» Il consigliere di Fratelli d’Italia Sorcini – rimasto in aula e astenutosi nella votazione – ha segnalato che, nel caso di specie, non vi è solamente un problema di normativa, ma anche di etica e di morale. «Alla base di tutto – secondo Sorcini – vi è un errore a monte presente nelle legislazione italiana che dà origine ad una contraddizione: in mancanza di una legge sul punto, cioè, l’Italia costringe le persone (ma solo quelle che possono permetterselo economicamente) a trasferirsi all’estero per procedere alla fecondazione eterologa. Questo, per un paese civile e democratico, è inaccettabile. Tuttavia ben avrebbe potuto una solo delle due madri avanzare la richiesta di trascrizione dell’atto di nascita, evitando l’insorgere della questione».

Bucaioni: «Sindaco sbugiardato» «Una battaglia di civiltà che giunge a conclusione – è il commento di Stefano Bucaioni, presidente di Omphalos – un voto non scontato, dal momento che in commissione l’ordine del giorno non era passato. Siamo molto soddisfatti e contenti perché il consiglio comunale ha fatto propria questa proposta e ora il sindaco si dovrà prendere le proprie responsabilità. Sindaco che lunedì pomeriggio è stato sbugiardato dal suo consiglio comunale, dalla sua maggioranza e dal suo stesso partito, dal momento che il capogruppo di Forza Italia era il primo firmatario dell’ordine del giorno e ha votato a favore».

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