Piazze da intitolare e consensi da mendicare

Quando si tirano in ballo persone scomparse per innescare una polemica politica di bottega c’è da chiedersi se non sia davvero così

Condividi questo articolo su

di Walter Patalocco

Siamo davvero alla frutta? Certo, quando si tirano in ballo persone scomparse per innescare una polemica politica di bottega c’è da chiedersi se non sia davvero così.

Al consiglio comunale di Terni c’è, infatti, chi è andato a rispolverare regole riguardanti l’intitolazione di vie o piazze e relative deroghe, deducendone che i morti di sinistra sono privilegiati rispetto agli altri.

La raccomandazione, l’appartenenza diventano privilegio persino nell’al di là? Non ha senso porsi un interrogativo del genere per amor della polemica.

Come se non ci fossero tante altre questioni da tirare in ballo se proprio si vuole interpretare il ruolo di opposizione solo come quello di un cane da guardia, pronto ad abbaiare a qualsiasi movimento o odore. Non sarebbe male considerare che il ruolo di un cane da guardia è solo quello di abbaiare, magari addentare le terga di qualche malintenzionato saltato dentro quel giardino, che del mastino è contemporaneamente regno e prigione.

Se un tempo da rispettare c’è, riguardo l’intitolazione di vie e piazze, forse essa è stata stabilita anche per evitare decisioni affrettate, prese sull’onda dell’emozione. E la deroga, come dice la parola stessa, è un’eccezione, non una regola da applicare ‘ad capocchiam’ e in regime di par condicio.

Tutti sono stati toccati nel profondo, a Terni, per quanto accaduto – ad esempio – a piazza dell’Olmo. Chi è che non si è sentito vicino alla famiglia di David, il giovane assassinato? Tutti hanno provato un profondo dolore, a Terni, per la scomparsa di un ragazzo di valore, prezioso per i genitori ma anche per la società. Intitolargli la piazza, in un momento così delicato sembra giusto a tutti, d’istinto.

Ma il ragionamento dice anche altre cose. Ad esempio dice che per ricordare degnamente David va fatto qualcosa di più e di diverso. Va messo, sì, un ‘segno’ lì dove è caduto vittima di un ubriaco violento, ma anche di un clima di rancore, di divisione, d’inimicizia che è uno dei mali peggiori per la comunità nel suo complesso.

Un segno chiaro, forte, evidente, duraturo senza per questo cancellare, sull’onda dell’emozione, un toponimo che fa parte della storia popolare di Terni.

E nel rispetto di David va evitato qualsiasi dibattito tra sostenitori e detrattori di una tesi. Nella speranza che nessuno pensi a ‘grattare la pancia’ di settemila firmatari di una petizione per ricavarne qualche squallido consenso.

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli