«Presidente, revochi le ordinanze sulle scuole»

Umbria – Lettera di 54 genitori a Donatella Tesei per chiedere di tornare alla didattica in presenza: «Misure più severe che in zona rossa»

Condividi questo articolo su

Un gruppo di 54 genitori, supportati da un legale del gruppo nazionale ‘Priorità alla scuola’, che chiedono a gran voce alla presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, di fare un passo indietro sui provvedimenti che limitano (almeno fino al 29 novembre, ndR) la didattica in presenza per le scuole secondarie di primo e secondo grado. La lettera è stata inviata sabato, per conoscenza anche al presidente della conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini, al premier Giuseppe Conte, al ministro dell’istruzione Lucia Azzolina, al suo vice Anna Ascania, alla dirigente dell’USR Antonella Iunti, al commissario umbro per l’emergenza Covid Antonio Onnis e agli assessori regionali Paola Agabiti (istruzione) e Luca Coletto (sanità).

SPECIALE COVID – UMBRIAON

«Regime più restrittivo delle ‘zone rosse’»

La lettera – una ‘istanza di riesame e revoca’ – premette che a scrivere sono genitori di studenti per la maggior parte delle scuole medie. «Dal 30 ottobre gli studenti medi dell’Umbria – si legge – sono ingiustamente e illegittimamente differenziati e discriminati rispetto alla gran parte delle scuole medie del resto d’Italia. Infatti è stata interrotta la consueta attività didattica in presenza e sostituita con attività didattica a distanza, solo formalmente denominata didattica digitale integrata. La differenza tra le due modalità è, come noto, assai grande: perché la DDI – a cui fanno riferimento tutti i provvedimenti nazionali a partire dal giugno 2020 – integra la presenza, mentre la DAD – proposta come strumento emergenziale nel marzo 2020 e mai più menzionata e tanto meno regolamentata – esclude la presenza. Ciò on notevoli conseguenze sul piano didattico, delle verifiche di apprendimento e della modulazione oraria. Eppure la normativa nazionale è chiara nel prevedere in zona gialla (quale era l’Umbria fino alla data del 4 novembre) la didattica in presenza alle tre classi delle scuole medie. Altrettanto vale in zona arancione (quale è attualmente la regione Umbria dal 10 novembre). Del resto anche il regime più ristretto previsto per la zona rossa (ma l’Umbria non lo è) non nega a tutta la scuola media la didattica in presenza, ma la limita alla sola prima classe della scuola media. Dunque in Umbria dal 30 ottobre vige un regime più restrittivo e discriminante anche rispetto alle Regioni in zona rossa».

L’argomento

«Trattasi comunque – osservano i genitori – di un regime del tutto non previsto dalla regolamentazione nazionale, che per le scuole medie dispone, tassativamente, due tipi: o didattica in presenza per tutte le tre classi medie (zone gialle e arancioni) oppure didattica in presenza per la sola prima classe (zone rosse). La chiusura di tutte le tre classi non rientra tra le tipologie previste. Né alle Regioni è consentito modulare regimi diversi dai quelli previsti dal Dpcm del 3 novembre che impone tre regolamentazioni. Dunque le ordinanze violano quello stesso Dpcm». Gli stessi genitori, supportati da un legale, articolano poi tutta una serie di argomentazioni volte a dimostrare le illegittimità delle ordinanze anche sul piano delle competenze.

Il perché

«La scuola – proseguono i firmatari – è, subito dopo la famiglia, il principale luogo di socializzazione e formazione della personalità del bambino e dell’adolescente. Ha il compito fondamentale di fornire allo studente gli strumenti necessari per crescere culturalmente, psicologicamente e socialmente. È a scuola che il bambino e l’adolescente acquisiscono responsabilità ed autonomia e si formano come membri di una comunità più ampia di quella familiare, imparando ad essere cittadini». E poi: «[…] Lo stesso CTS per voce del presidente dell’ISS Silvio Brusaferro, ha confermato che sebbene la DAD (sic!) non debba essere ‘considerata un tabù’, deve tuttavia ‘essere di breve periodo’. Moltissimi anche i medici che nelle ultime settimane hanno denunciato i gravissimi danni derivanti dalla chiusura delle scuole sulla salute fisica e mentale dei giovani. […] Le misure adottate sono dunque inadeguate e sproporzionate, e conseguentemente illegittime. Del resto, in altri Stati, le misure adottate, anche di generale e stretta chiusura, hanno lasciato aperte le scuole che sono state riaperte già nel periodo precedente il mese di settembre in Francia e Germania, Belgio, Danimarca e Olanda, Norvegia e Repubblica Ceca, Austria e Svizzera, Irlanda, Regno Unito, Grecia e persino Spagna, notoriamente afflitta da problemi di gestione davvero notevoli dell’emergenza sanitaria. La scelta di tutti i Paesi europei è chiaramente e univocamente ispirata dalla medesima certezza: non esiste intercambiabilità fra modalità di insegnamento in presenza o da remoto. Siamo dunque a chiedere una rivalutazione della situazione, la revoca delle tre ordinanze, con la immediata ripresa nelle scuole secondarie di primo grado della attività didattica in presenza. In caso contrario ci vedremo costretti a rivolgerci alla autorità giurisdizionale». A firmare la lettera sono Francesca Leone, Martina Leonardi, David Mancini, Simone Piemonti, Chiara Vinciotti, Maria Magda Micucci, Massimiliano Castellari, Clarissa Palini, Alessia Pasquali, Giada Berta, Silvia Guarino, Giuliana Riviello, Elisa Eracli, Alessandra D’Amato, Antonello Nocella, Natascia Verzini, Veronica Fantauzzi, Lucia Antonacci, Elena Boccioli, Federica Rossi, Paolo Lucheroni, Elisa Brizi, Francesca Soriano, Michele Vagheggini, Manuela Tamagnini, Elena Bertoldi, Cristina Marcantonini, Tania Lenticchi, Chiara Fioroni, Gianluca Dominici, Cristina Tortiello, Giulia Palma, Fabio Lalli, Sara Spaterna, Giulia Zingaretti, Alessandra Tolomei, Roberta Mipatrini, Angelica Camporeale, Filippo Luccioli, Simona Chioccoloni, Francesca Crea, Marta Molinari, Silvia Boccolacci, Maria Lucia Ciortea, Federico Rossi, Angela Rossini, Laura Bibi, Laura Frattegiani, Laura Ercolani, Silvia Macchioni, Giuliana Beffa, Margherita Cecchetti, Valentina Vinti, Alessia Stefanini.

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli