Difficoltà di accesso alle prestazioni, cattive condizioni delle strutture, difficoltà nel rapporto con medici di famiglia e pediatri, deficit e costi dell’assistenza residenziale e domiciliare, criticità per costi, limitazioni e indisponibilità dei farmaci, documentazione sanitaria incompleta o inaccessibile, lentezza nella procedura di riconoscimento della invalidità e dell’handicap, maggiori criticità nella rete dell’emergenza-urgenza. Sono queste le principali questioni che emergono dal Rapporto Pit Salute del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva, presentato a Roma, dal titolo ‘Servizio sanitario nazionale: accesso di lusso”’ e che si basa su 21.493 segnalazioni giunte nel corso del 2015 al PiT Salute nazionale e ai PiT Salute locali e sezioni territoriali del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva.

La situazione in Italia Nel 2015, secondo il rapporto, il numero di segnalazioni relative alla difficoltà di accesso alle prestazioni sanitarie, in Italia, è stato pari al 30,5% del totale, con un incremento notevole rispetto al 2014, quando era arrivato al 25%.
Le attese Quello dei tempi di attesa, in Italia, resta un problema gravissimo: si aspetta fino a due anni per la rimozione di protesi, mentre 15 mesi servono per una mammografia. Se diminuiscono le segnalazioni di liste di attesa per esami diagnostici semplici, dal 36,7% del 2014 al 25,5% del 2015, crescono invece decisamente per gli interventi chirurgici (35,3% nel 2015 vs il 28,8% del 2014) e per le visite specialistiche (34,3% vs 26,3%). In testa, per segnalazioni su lunghi tempi di attesa negli interventi chirurgici, l’area di ortopedia, con il 30,7% (era il 27,5% nel 2014); per le visite specialistiche l’area oculistica (25% vs 18,5% nel 2014); per gli esami diagnostici, le prestazioni per le quali si attende di più sono le ecografie (18,8%, 24,1% nell’anno precedente).
IL RAPPORTO DI CITTADINANZATTIVA

La situazione in Umbria Il dato regionale delle segnalazioni relative alla difficoltà di accesso alle prestazioni, stando a quanto riportato da Cittadinanzattiva, è addirittura del 43,2%: quasi una segnalazione su due, ricevuta in Umbria, insomma, sarebbe relativa a questo genere di problematica. Rispetto alla media nazionale, poi, decisamente superiore il numero delle segnalazioni relative a problematiche legate all’assistenza territoriale (17,8% in Umbria contro l’11,5 nel resto del Paese) e superiore anche il numero delle segnalazioni su disservizi nel servizio ospedaliero (12,2% contro 10,2%). Va meglio, invece in relazione alle segnalazioni su possibili casi di presunta malpractice (11,4% contro 14,6%) e dalla nostra regione solo l’1,8% delle segnalazioni (controlli 10,6 a livello nazionale) sono relative a problematiche relative ai portatori di handicap.