di Giovanni Cardarello
Mattinata movimentata quella che è stata vissuta martedì 6 maggio all’assemblea legislativa della Regione Umbria. Una mattinata che aveva all’ordine del giorno una seduta classica, sulla carta senza grandi sussulti e nonostante i temi in discussione. I lavori sono stati aperti con il question time ma, subito dopo la discussione dei primi quattro punti, rispettivamente su ‘Officina ex FCU di Umbertide’, ‘Destinazione dei canoni di concessione delle grandi derivazioni idroelettriche per interventi sociali’, ‘Prevenzione dei rischi sismici negli edifici scolastici e nelle palestre’ e ‘Nomina del nuovo direttore dell’Arpa’ i consiglieri dei banchi del centrodestra si sono alzati ed hanno lasciato l’emiciclo.
Una scelta importante, non banale, segno certo di uno scontro politico molto forte e ancora fortemente segnato dalla battaglia sul disavanzo della sanità e sull’aumento delle tasse. A spiegare la scelta, nel primo pomeriggio, le parole dei capigruppo delle liste di opposizione. Ha aperto il fronte Eleonora Pace di Fratelli D’Italia spiegando che «dopo due ore di discussione in conferenza dei capigruppo, dove io e Donatella Tesei abbiamo abbandonato la riunione in dissenso con la decisione di spostare la data da giovedì 8 maggio a oggi, veniamo a sapere che la presidente Proietti è stata convocata a Roma, non si sa quando, visto che il ponte festivo c’è stato per tutti».
Ma non solo «manca anche l’assessore Meloni perché malata, alla quale auguriamo ovviamente di guarire presto. La presidente avrebbe potuto delegare qualcuno, come ha fatto l’assessore Barcaioli che ha delegato il vicepresidente Bori a rispondere all’interrogazione che lo chiamava in causa. Guardacaso – affonda Pace – invece viene a mancare la presidente proprio in una seduta in cui avrebbe dovuto rispondere a interrogazioni cruciali sul tema della sanità».
Rincara la dose Enrico Melasecche della Lega che definisce l’assenza della presidente Proietti «inaccettabile. Ricordo – aggiunge – che la presidente Tesei partecipava online alle sedute della commissione sanità». Non meno dura Laura Pernazza di Forza Italia che ha insistito sul rispetto delle regole, «che vengono puntualmente disattese: abbiamo dovuto subire una lunga esternazione sulla puntualità e oggi i lavori si sono aperti con un’ora di ritardo. Oggi, ricordo, è il 6 maggio e il 30 aprile era il termine indicato per avere la disponibilità della relazione Kpmg di cui non si sa ancora nulla nonostante la nostra protesta e l’occupazione dell’aula».
Più pacato, ma non per questo meno fermo, Nilo Arcudi della lista Tesei presidente-Umbria civica: «Si è diffusa la percezione di un approccio per cui l’assemblea legislativa è una dependance della giunta, ma questo non è possibile. Nessuno ha un quadro preciso di quando c’è riunione d’aula e quando ci sono le commissioni. Per cinquanta anni si è andati avanti con un regolare calendario dei lavori e con dei giorni stabiliti, prima di cambiare organizziamoci, altrimenti i lavori non funzionano in maniera corretta».
Di tono e contenuto diametralmente opposto le frasi degli esponenti di maggioranza. A partire dalle parole di Cristian Betti, del Pd, che spiega il motivo dell’assenza di Proietti: «Non siamo di fronte ad un oltraggio alla democrazia, la presidente è stata convocata a Roma in commissione sanità per il riparto dei fondi nazionali, quindi si comprende perché oggi sia assente. Questa convocazione è arrivata lo stesso giorno in cui si era decisa la data della nostra riunione di oggi». «Non si cerchi di far passare che siamo assenteisti perché non è vero – tuona l’assessore Thomas De Luca -. In passato molte volte il consiglio si è interrotto per mancanza di numero legale da parte della ex maggioranza di centrodestra, mentre a noi non è capitato». E poi Letizia Michelini del Pd: «Una richiesta di migliore organizzazione dei lavori non può comportare l’abbandono dell’aula, lo trovo pretestuoso. La giustificazione dell’assenza della presidente Proietti non è discutibile vista l’importanza dell’impegno che sta portando avanti a Roma».
Da registrare, in chiusura, le note contrapposte di minoranza e Partito Democratico. «Oggi la seduta del consiglio regionale dell’Umbria si è trasformata in una farsa e per questo abbiamo deciso come forze di opposizione di abbandonare l’aula e di incontrare il prefetto di Perugia, dottor Francesco Zito», scrivono compatti i consiglieri dei gruppi di minoranza a palazzo Cesaroni: Paola Agabiti (FdI), Nilo Arcudi (Umbria Civica-Tesei Presidente), Enrico Melasecche (Lega), Matteo Giambartolomei (FdI), Eleonora Pace (FdI), Laura Pernazza (FI), Andrea Romizi (FI) e Donatella Tesei (Lega). «La minoranza di destra non riesce ad uscire dal ruolo che si è ritagliata, quello cioè di urlatori seriali, e nella seduta dell’assemblea legislativa di oggi preferisce abbandonare l’aula piuttosto che confrontarsi nel merito dei temi che erano all’ordine del giorno», replica il gruppo consiliare del Partito Democratico.
Nel primo pomeriggio prende posizione la presidente Stefania Proietti: «Sono abituata per carattere e coerenza a non sottrarmi mai ai confronti. Lo ho dimostrato in molteplici occasioni e se la minoranza pensa di strumentalizzare in modo becero la mia assenza oggi in assemblea legislativa fa un errore clamoroso. Sono impegnata a Roma – spiega – presso la Commissione Salute della Conferenza delle Regioni dove all’ordine del giorno ci sono argomenti fondamentali come il riparto delle disponibilità finanziarie per la sanità, la riforma della rete di assistenza territoriale e della medicina generale. Un’assenza quindi questa più che giustificata e i consiglieri di minoranza dovrebbero saperlo bene visto che anche in passato gli impegni a Roma obbligavano spesso la presidente e gli assessori a non essere presenti in aula. Del resto, la mia presenza era calendarizzata per rispondere a 3 soli question time (di cui uno proposto dalla maggioranza) su ben 30 punti all’ordine del giorno per i quali non era richiesta la mia presenza. La commissione salute è stata peraltro convocata in presenza dopo che la riunione dei capigruppo aveva deciso la data del consiglio del 6 maggio. Abbandonare l’aula per un pretesto del genere è veramente, questo sì lesivo della buona politica. Recarsi poi in Prefettura, dopo aver abbandonato l’aula e non aver discusso i tanti punti calendarizzati che non prevedevano un mio intervento, appare quantomeno irrispettoso dell’Istituzione e dei cittadini, che ben comprendono i fatti e non si fanno ingannare da sterili polemiche. Invito, come sempre, la minoranza consiliare a collaborare e cooperare nell’interesse dell’Umbria, abbandonando toni che non appaiono consoni a una politica seria nell’interesse del bene comune».