Rifiuti, Lorenzetti «da processare»

La procura di Firenze: «Traffico illecito di rifiuti e associazione a delinquere finalizzata a corruzione, frode e truffa»

Condividi questo articolo su

Complessivamente sono 32 le persone che secondo la procura di Firenze dorebbero essere sottoposte a processo per traffico illecito di rifiuti e associazione a delinquere finalizzata a corruzione, frode e truffa, nell’ambito dell’inchiesta sulla realizzazione del nodo Tav del capoluogo toscano.

Lorenzetti Tra tutti, ovviamente, spicca il nome dell’ex presidente della Regione Umbria Maria Rita Lorenzetti,  indagata per il periodo in cui era presidente di Italferr e nel settembre del 2013, per lei e altre cinque persone scattarono anche gli arresti domiciliari. L’ex presidente si è sempre dichiarata innocente e pronta a dimostrarlo nel caso di un processo.

Le accuse Secondo l’accusa «Maria Rita Lorenzetti, quale presidente di Italferr» avrebbe operato «mettendo a disposizione le proprie conoscenze personali, i propri contatti politici e una vasta rete di contatti grazie ai quali era in grado di promettere utilità ai pubblici ufficiali avvicinati, nell’interesse e a vantaggio della controparte Novadia e Coopsette, (alle quali poi andò l’appalto, ndr) da cui poi pretendeva favori per il marito nell’ambito della ricostruzione dell’Emilia».

I rifiuti Sempre sulla base della ricostruzione della procura, l’ex presidente della Regione avrebbe promosso lo smaltimento illecito di migliaia di tonnellate di rifiuti, in concorso con altri 11 indagati, compiendo «atti idonei diretti in modo non equivoco a gestire abusivamente e conferire in siti non autorizzati ingenti quantitativi di rifiuti speciali». E lo avrebbero fatto con «insistente richiesta di declassificazione dei fanghi come materiali di scavo sottoposti a normale pratica industriale da classificare come sottoprodotti o a cui attribuire la deroga dalla disciplina sui rifiuti».

 

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli