La fede nuziale da cui non si era mai separato, rubata poche ore dopo la sua morte da qualcuno che, per compiere il furto, gli ha anche spezzato due dita, l’anulare e il mignolo. A riportare la dolorosa e grave vicenda è il quotidiano ‘Il Messaggero-Umbria‘ attarverso la lettera del figlio di un uomo di 83 anni, deceduto all’ospedale di Perugia nella notte fra il 3 e il 4 maggio scorsi. Secondo quanto riportato, e denunciato al posto di polizia del ‘Santa Maria della Misericordia’, il fatto sarebbe avvenuto fra le 3.20 e le 4 di notte presso il reparto dove l’anziano era ricoverato, dopo il suo decesso e prima del trasferimento della salma in obitorio.
Nella missiva l’uomo denuncia i frequenti furti avvenuti presso lo stesso reparto, durante il periodo di ricovero del padre che era affetto da una grave setticemia: dagli spiccioli che l’anziano usava per acquistare l’acqua a capi di vestiario come magliette e un pigiama custodito nell’armadio della stanza di degenza. «Anche se abbiamo più volte denunciato in reparto – riporta la lettera citata da ‘Il Messaggero‘ – l’ospedale si nasconde dietro gli adesivi di avviso posti sugli armadietti nei quali si dichiara non responsabile di eventuali furti».
E, sul furto della fede: «Non è per il valore in sé dell’oggetto ma per lo schifo più totale del gesto perpetrato, a maggior ragione ad un defunto, approfittando dell’assenza temporanea dei parenti in un luogo già di per sé pregno di sofferenza e che dovrebbe dare sicurezza alle persone e ai parenti che li affidano ad esso».