di Simona Panzolini
A San Venanzo lo scorso 6 dicembre è stata presentata la prima ‘comunità energetica rinnovabile’ dell’Umbria, costituita a San Vito in Monte grazie al supporto della cooperativa di comunità del Monte Peglia e di Legacoopsociali. Presenti l’assessore regionale Roberto Morroni, il professor Franco Cotana dell’Università di Perugia e diversi sindaci del territorio.
Il borgo
San Vito in Monte è una piccola frazione del comune di San Venanzo, in provincia di Terni, situato sulla via Etrusca che collega Perugia con Orvieto. Il borgo, popolato da 71 abitanti, si trova a 516 metri di quota e gode di posizione panoramica unica su una vastissima porzione dell’Umbria e dell’appennino centrale. Della comunità di San Vito fanno parte dieci utenti di energia elettrica (utenze domestiche e piccole attività artigianali e commerciali) che si sono costituiti in associazione al fine di produrre e scambiarsi energia ‘verde’. L’energia elettrica verrà prodotta da un impianto fotovoltaico di 40 KWp di potenza installato sulla copertura di un capannone artigianale di proprietà di uno dei soci e sarà in grado di garantire gran parte dei consumi elettrici dei soci.
Cosa sono le comunità energetiche
Le comunità energetiche sono gruppi di cittadini, artigiani e agricoltori che hanno deciso di unirsi in ‘comunità energetiche rinnovabili’ per la produzione e il consumo di energia ‘verde’. Tali realtà consentono, a chi ne fa parte, di abbassare i costi della bolletta e di ridurre i consumi di anidride carbonica. Con le comunità energetiche rinnovabili i cittadini diventano protagonisti della transizione energetica e contribuiscono con azioni dal basso, al contrasto del cambiamento climatico.
Le dichiarazioni
«La comunità energetica – spiega Adriano Rossi, presidente della cooperativa di comunità Monte Peglia – è il recepimento da parte dello Stato italiano di una direttiva comunitaria che dà la possibilità di produrre e scambiarsi energia fra soci, che può essere una cooperativa, un consorzio o un’associazione. Le ricadute sono molto importanti sul territorio in termini di occupazione e di risparmio sulla bolletta energetica. Nonché possono essere un reddito integrativo per quanto riguarda le aziende agricole». «Le prime cooperative di comunità che sono nate e si sono sviluppate in Italia – afferma Andrea Bernardoni, presidente di Legacoopsociali Umbria – sono state le cooperative energetiche, costituitesi nei primi anni del ‘900 per portare l’energia elettrica in valli dimenticate e lontane dalle reti. Oggi, a distanza di più di un secolo, la forma cooperativa diventa lo strumento per aprire una fase nuova. I cittadini riuniti in cooperativa possono essere protagonisti della transizione ecologica. Possono realizzare concretamente iniziative nell’interesse delle generazioni future, possono pensare ai loro nipoti creando nuove opportunità di sviluppo sostenibile».