Un ‘Salvator Mundi’ di Melozzo da Forlì è sbucato dai depositi della Galleria Nazionale dell’Umbria di Perugia in occasione della mostra ‘L’altra galleria’, che ha aperto i battenti lo scorso 22 settembre. Si tratta di una scoperta straordinaria considerando che in giro ci sono appena una ventina di opere attribuibili all’artista.
La scoperta quasi per caso
La rivista Finestre sull’Arte rivela che lo storico dell’arte Gabriele Fattorini, specialista del quattrocento e allievo di Luciano Bellosi, ha confermato che si tratta di un’opera coperta da successive ridipinture, e per tal ragione si pensava fosse stata eseguita nel quarto decennio del Cinquecento da un anonimo pittore raffaellesco. «Quando ho visto questo dipinto nella sua griglia, nei depositi della Galleria Nazionale dell’Umbria – ha raccontato Fattorini – ho chiesto di farmelo vedere e mi è sembrato un dipinto di grande qualità, anche se molto, molto rovinato. Ho così chiesto un parere al direttore, Marco Pierini, dicendogli che secondo me era il caso di restaurarlo, in modo da vedere cosa ne venisse fuori, perché a me sembrava che potesse essere opera riferibile a una mano importante del secondo Quattrocento».
In lavorazione la pubblicazione scientifica
Da quanto è emerso, l’opera verrebbe da Palazzo Pontani, dove sarebbe rimasta fino all’ottocento per poi essere portata nella Galleria di corso Vannucci. Fondamentale, per l’attribuzione, l’uso della luce, in cui si intravede la capacità pittorica di Melozzo, nonostante il quadro sia gravemente danneggiato, il che rende molto difficile farne capire la funzionalità: probabilmente si trattava di una sorta di tabernacolo. Il prossimo passaggio sarà la pubblicazione della scoperta su una rivista scientifica. « Il dipinto – racconta Fattorini – andrà indagato come opera dalla fine anni Settanta agli anni Ottanta nel periodo romano di Melozzo: evidentemente lui dalla Romagna è andato a Roma o tornando da Roma alla Romagna sarà passato da Perugia e avrà lasciato qui un’opera che non richiedeva troppo lavoro».
Scoperta scientifica
«La scoperta di un Melozzo nei depositi della Galleria Nazionale dell’Umbria – ha dichiarato il direttore Pierini – è una scoperta straordinaria, perché non solo acquisiamo un’opera di grande qualità, anche se in condizioni di conservazione modeste, ma perché prefigura la presenza a Perugia, probabilmente tra gli anni Settanta e Ottanta del Quattrocento, di uno dei massimi pittori del Rinascimento italiano. Quindi apre anche una pista di ricerca tutta da battere per gli storici dell’arte nei prossimi anni».