di M.T.
Il dato di partenza è chiaro: «Non esiste, al mondo, un modo per recuperare e trasformare le scorie di lavorazione dell’acciaio inox in materiali che possano essere riutilizzati. E questo – parola di Lucia Morselli – perché nessuna acciaieria ha mai preso l’iniziativa che, adesso, prendiamo noi. Cioè di chiedere che venga realizzato un procedimento dedicato a questo scopo».
«Grande occasione» Quella che si prospetta, insomma, «anche in seguito alle pressanti richieste della Provincia di Terni e della Regione Umbria – dice ancora l’ad di ThyssenKrupp Ast – è una grande occasione per fare di questo territorio un esempio mondiale del recupero e del riciclo delle scorie».
PARLA LUCIA MORSELLI – IL VIDEO
Il progetto Frasi non buttate lì a caso, ma pronunciate nel corso della presentazione del progetto che la multinazionale vuole realizzare a Terni e per il quale è stata nominata una doppia commissione – di vigilanza e tecnica – che dovrà sovrintendere alla scelta dell’idea vincente: «Il nostro – spiega Morselli – è un impegno serio e non vogliamo nasconderci dietro l’idea di un progetto troppo complicato per essere realizzato. Noi vogliamo farlo sul serio e vogliamo che se ne parli nel mondo».
Le commissioni Per controllare che tutto si svolga nel migliore dei modi è stata nominata una commissione di garanzia e a presiederla è stato chiamato Antonio Catricalà. Della commissione fanno parte il sindaco e presidente della Provincia, Leopoldo Di Girolamo; Heribert Motz, presidente di Euroslag e lo stesso Massimo Calderini. A scegliere, sotto il profilo tecnico, il progetto migliore, sarà invece la commissione composta da esperti: Giancarlo Fruttuoso e Leonardo Tognotti, dell’università di Pisa; Bart Blanpain, dell’università di Leuven in Belgio; Peter Drissen, dell’istituto di ricerca tedesco FehS; Carl-Dieter Wupperman, ex direttore dello stabilimento di Krefeld e Fernando Camponi, responsabile dell’area ecologia, ambiente e sicurezza di ThhyssenKrupp Ast.
PARLA ANTONIO CATRICALA’ – IL VIDEO
I tempi Per la prima parte – cioè per determinare chi sarà a realizzare materialmente un impianto in grado di arrivare al risultato – ci vorranno undici mesi, come ha spiegato Massimo Calderini, direttore di stabilimento e di produzione di ThyssenKrupp Ast: «Entro la fine di luglio vogliamo ricevere tutte le adesioni al bando che renderemo noto a giorni e poi contiamo di impiegare altri quattro mesi per scegliere il progetto migliore». Poi bisognerà costruire l’impianto, ma questo si vedrà.
Il mercato Ovvio, ha spiegato Calderini, che per progetto migliore si intende «quello che sarà in grado di dimostrare di poter gestire, recuperare e trasformare le scorie in un prodotto che abbia mercato», senza trascurare il fatto che «il progetto stesso dovrà essere compatibile con il ciclo produttivo e ovviamente attento all’ambiente».
Il sindaco La città, ha detto il sindaco Di Girolamo, «ha difeso le acciaierie con i denti e adesso guarda con attennzione a questa nuova sfida, che viene presentata come una grande occasione, perché potrebbe rappresentare una soluzione per la questione ambientale e un’opportunità di rilancio economico, potendo puntare ad attrarre potenziali investitori. Quello che abbiamo chiesto, ed è anche con questo spirito che ho acettato di far parte della commisione di garanzia, è che il progetto veda la luce in tempi brevi, compatibilmente con le esigenze tecniche, che abbia delle caratteristiche di qualità, che rappresenti una soluzione definitiva e che permetta di ipotizzare opportunità di verticalizzazione delle produzioni».