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Home » ‘Spaccate’ a Perugia. PD: «Comune che fa?»

‘Spaccate’ a Perugia. PD: «Comune che fa?»

di Marco Torricelli
28 Novembre 2017
in Dal territorio, Opinioni, Politica
Tempo di lettura: 2 minuti di lettura
spaccata alla Caffetteria Veneta

Una 'spaccata'

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Paolo Polinori

di Paolo Polinori
Segretario del PD di Perugia

La tanto declamata rinascita non si costruisce allontanando i problemi e cantando sempre il solito ritornello sulle colpe di chi c’era prima. Insomma, il solito ritornello ‘è colpa di chi c’era prima’ continua ad essere l’evergreen della giunta Romizi di fronte alle difficoltà: facile, troppo facile. Ma falso. E, come abbiamo già avuto modo di ripetere, non diventerà vero per il solo fatto di ripeterlo alla nausea.

Manca ormai poco al 2018, sono passati quasi quattro anni da quando il centrodestra ha vinto le elezioni ed è arrivato alla guida di palazzo dei Priori con promesse altisonanti e per la quasi totalità ancora disattese. A questo punto, continuare a scaricare le responsabilità di quanto accade oggi, se da un lato è sempre meno credibile, dall’altro certifica un drammatico vuoto di contenuti e l’incapacità di questa giunta di migliorare le cose.

Stavolta il riferimento è alle spaccate in centro, ma vale per qualunque occasione in cui la maggioranza non ha esitato a chiamare in causa le precedenti amministrazioni per pulirsi la coscienza di fronte alle difficoltà. Lo troviamo imbarazzante, ma soprattutto irrispettoso nei confronti dei cittadini che chiedono risposte e soluzioni ai loro problemi.

Sarebbe forse più opportuno e più corretto nei confronti dell’opinione pubblica assumersi fino in fondo le proprie responsabilità, assolvendo il proprio ruolo e non riciclando gli stessi temi di quando si era all’opposizione, mettere al centro della discussione progetti e prospettive, aggredire il problema piuttosto che aggirarlo.

Quali sono, ad esempio, le proposte della giunta rispetto ai temi della socialità e del presidio del territorio, non inteso come presenza di uomini armati ma di vita e di attività; cosa si intende fare per rimettere al centro le esigenze delle periferie insieme alla necessità di rivitalizzare il centro storico non solo ‘commerciando’ e aprendo al traffico delle auto, ma sostenendo la residenzialità, i servizi, le attività, la presenza culturale.

Con un po’ di serenità – infine – si potrebbe perfino riconoscere che il governo, con in testa il ministro Madia, è al lavoro per adeguare i salari dei lavoratori del comparto, o addirittura ricordare che il Patto per Perugia sicura, recentemente rinnovato in Prefettura con strascico di commenti entusiastici, è stato sottoscritto per la prima volta nel 2008, o che l’allora amministrazione si è costituita parte civile nei processi per droga o legati alla prostituzione e che è stato impegnato su progetti che togliessero spazi all’abbandono per restituirli alla socialità. Perchè non abbiamo certo bisogno di sceriffi ma di una comunità attiva e presente.

Governare è un compito ben più complicato che gestire l’ordinario guardando alla resa elettorale senza una visione di lungo periodo, e richiede di andare oltre alla buona comunicazione caricandosi le proprie responsabilità e non nascondendo la polvere sotto al tappeto.

È tempo che i partiti di centrodestra oggi al governo della città si rendano conto di non essere più seduti sui banchi dell’opposizione e che richiamare ogni volta scelte di altri non aiuterà Perugia a risolvere i suoi problemi e a riconquistare il ruolo che merita”.

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