di Giovanni Cardarello
Nei tempi della turbo-comunicazione e dell’iper connessione mantenere vive le tradizioni popolari e locali diventa sempre più complesso. L’ennesima riprova arriva da quanto accade a Spoleto in ordine alla collocazione dello storico luna park della famiglia Carbonini. Luna park che per tradizione sbarca nella città del Festival dei Due Mondi subito dopo Ferragosto e resta fino al termine della Fiera di Loreto, uno degli appuntamenti più sentiti dalla popolazione. Ma, come spiegato nel recente consiglio comunale dall’assessore al marketing, innovazione e turismo, Giovanni Maria Angelini Paroli, rispondendo ad una specifica interrogazione, la situazione per il 2025 è decisamente complessa.
I fatti. Tradizionalmente le giostre di Carbonini venivano collocate, per via dell’assenza del territorio spoletino di una zona dedicata agli spettacoli viaggianti, a Santo Chiodo nell’area indicata dalla Protezione Civile. Ma due anni fa quella zona è stata ‘riempita’ con i moduli mobili della scuola media ‘Dante Alighieri’ in ristrutturazione. Nel 2024 il luna park è stato allestito in un terreno privato a Fabbreria ma per il 2025 quel terreno, come riporta il quotidiano ‘Il Corriere dell’Umbria‘, è interessato da lavori di posa delle tubature di Snam. Lavori il cui termine è incerto e che pertanto non permette una corretta programmazione.
Il rischio concreto è che per l’85° anniversario della presenza del luna park in città – la prima edizione risale al 1940 -, le giostre non possano essere attivate. Con danno di immagine, economico, sociale per non tacere del malumore che potrebbe generare lo stop ad una tradizione popolare tra le più amate e sentite di Spoleto. «Siamo in contatto con tutti i soggetti coinvolti – ha spiegato Angelini Paroli – e sono in corso le valutazioni».
Valutazione che, sempre secondo quanto riferisce ‘Il Corriere dell’Umbria‘, potrebbero trovare il punto di caduta nell’installazione nell’area di piazza d’Armi, a ridosso di viale Marconi e del palaRota. Zona dove il luna park è già stato e da dove venne spostato a causa delle lamentele dei residenti. Una cosa è certa, spiega Lewis Carboni, «il nodo va sciolto entro metà giugno». Il tempo stringe, il conto alla rovescia e iniziato e il rischio di perdere una tradizione locale è ancora lì.