Storie di pandemia in chiave psicologica: il saggio della Deciantis

Terni – La professionista dell’azienda ospedaliera ha voluto raccogliere in un libro alcune esperienze vissute sul posto di lavoro

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di Walter Patalocco

Pandemia, un termine in passato usato di rado, è diventato familiare e ormai parte ‘naturale’ del vocabolario personale di ognuno; tutti comprendono immediatamente la parola inglese lockdown. Di pandemia, coronavirus, Covid 19, Sars – tutti termini ormai usuali – si parla continuamente, fanno la parte del leone nell’informazione. Si tratta di cambiamenti che, pur nei limiti dell’incisività del loro effetto, hanno avuto ripercussioni sul vivere sociale.

Cosa accade quando diventano più vicini e ‘personali’, perché il virus ti ha raggiunto o ha colpito un familiare o un qualcuno che ti sta vicino o che conosci? È cambiato, ad esempio, il modo di percepire in generale la malattia? E la fiducia nella scienza medica o nella politica e le istituzioni? Effetti collaterali che sono e saranno da studiare.

Intanto c’è chi mette a disposizione i primi elementi utili per uno studio o una valutazione di questo tipo. Lo fa, ad esempio, Roberta Deciantis, psicologa e psicoterapeuta all’azienda ospedaliera di Terni. «Nel marzo del 2020, subito dopo l’inizio del lockdown, spinta dalla consapevolezza che il mio lavoro di psicologa ospedaliera sarebbe stato profondamente modificato da questa pandemia, ho deciso di documentare il mio lavoro in ospedale», spiega.

Ne è nato un saggio intitolato ‘Pandèmia – Storie di vita e percorsi terapeutici’ (ed. Letteratura Alternativa), un libro – per stare di più sul generale – anche perché Roberta Deciantis non ha dimenticato la passata esperienza di giornalista in un quotidiano non di secondo piano. Riflessioni e considerazioni sul significato psicologico di questa pandemia e su come il lavoro di psicoterapeuta presso una struttura ospedaliera si sia modificato e si modifichi progressivamente a causa del Covid-19. Ma anche e soprattutto un diario, una serie di storie di persone affette dal virus e loro familiari. Esperienze di vita filtrate attraverso l’occhio dello psicologo che parte dal «significato psicologico dei legami e delle relazioni, quali aspetti fondanti della struttura della personalità e penalizzati dalla pandemia», spiega l’autrice.

Luca, Sergio, Francesco, Paola e altri pazienti e loro familiari: la loro vita ‘di prima’, l’incontro e il dipanarsi del trattamento in psicoterapia, la paura della morte e l’isolamento, la volontà di uscire dall’ospedale e riprendere una vita normale che – lo sanno – non sarà mai più la stessa. «Nel saggio riporto alcuni dei nostri dialoghi durante le sedute e il racconto dei deliri vissuti durante la sedazione in terapia intensiva. Di ciò fornisco una rilettura e una interpretazione in chiave psicologica e psicoterapeutica», aggiunge Roberta Deciantis.

Un testo che non è scritto per i ‘tecnici’. Un racconto-cronaca, un’opera divulgativa che non richiede competenze specifiche per essere ‘utilizzata’ e utile, la condivisione di esperienze e – perché no? – un’anticipazione e una spiegazione del motivo per cui è opinione generale che il mondo, dopo la pandemia, non sarà più lo stesso.

 

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