Terni: acciaio, Cina e mercato da regolare

Un convegno, organizzato dal senatore Gianluca Rossi, ha affrontato temi scottanti per Terni, ma anche per l’Europa

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Il convegno – ‘Europa Cina sul filo d’acciaio. Quali scenari?’ – organizzato sabato pomeriggio dal senatore Gianluca Rossi e dal PD di Terni, ha segnato un punto fermo importante nel dibattito in corso su un tema decisamente caldo, in Italia come in Europa: il mancato, per ora, riconoscimento dello status di ‘economia di mercato’ al gigante asiatico.

LE SLIDES MOSTRATE AL CONVEGNO

Convegno Europa Cina sul filo d'acciaio, Terni (Gianluca Rossi) - 14 maggio 2016Rossi «Sono cinque – ha esordito il senatore Rossi, dopo l’intrudizione fatta da Andrea Delli Guanti – i criteri che fanno capire se un Paese possa essere considerato rispettoso delle economie di mercato: la bassa influenza del governo nella decisione di distribuzione delle risorse e nelle decisioni delle imprese; l’assenza di distorsioni delle operazioni dell’economia privata; l’effettiva applicazione di un quadro legale con adeguate norme di gestione aziendale; un quadro legale effettivo che garantisca il funzionamento del libero mercato; l’esistenza di un vero settore finanziario, con un tasso di cambio effettuato a tassi di mercato. La Cina non è in grado di dimostrare, a nostro parere, ma anche a giudizio del Parlamento europeo, di rispettare queste condizioni».

GUARDA L’INTERVISTA A GIANLUCA ROSSI – IL VIDEO

Convegno Europa Cina sul filo d'acciaio, Terni (Attilio Romanelli) - 14 maggio 2016Romanelli Il segretario della Cgil ternana, Attilio Romanelli, ha ribadito che «dopo un anno e mezzo nel uale si è esenzialmente parlato di finanza, è il caso che ThyssenKrupp Ast torni a pensare a fare l’industria. Ed a chiarire se la sua posizione è ancora quella di quando annunciò di non coisiderare più l’acciaio come un settore strategico o se ha cambiato definitivamente parere. Perché se così fosse, sarebbe tempo di mettere mano ad una politica di investimenti seri in grado di portare questo stabilimento ternano a produrre quelle 600 mila tonnellate di acciaio lavorato che sono alla sua portata, ma anche poi di attrezzarsi con una politica commerciale in grado di posizionarlo ul mercsto. E questo, ad oggi, noi non lo vediamo».

Convegno Europa Cina sul filo d'acciaio, Terni - 14 maggio 2016 (3)Camiglieri Il responsabile delle relazioni esterne di Ast, Tullio Camiglieri ha puntato sul «paradosso rappresentato dalla Cina anche per il fatto che il suo strapotere commerciale nasce anche da una totale mancanza di misure di tutela dei lavoratori, che invece in occidente sono giustamente presenti e pressanti. C’è poi da rimarcare – ha scandito – che il 70% della produzione mondiale di acciaio proviene dal riuso del rottame e che la Cina sta facendo incetta, sul mercato, di rottame contaminato: questo potrebbe provocare, in un prossimo futuro, dei danni incalcolabili sotto il profilo ambientale».

Gianni Pitella

Gianni Pitella

Pittella Il capogruppo dell’Alleanza progressista dei socialisti e dei democratici (S&D) al Parlamento europeo, Gianni Pittella, ha invece puntato dritto al cuore della questione: «La Cina non è economia di mercato, perché non rispetta i criteri fondamentali previsti per essere riconosciuti come tali. Ma dobbiamo essere consapevoli – ha avvertito – che ci sono Stati membri, settori del parlamento e della Commissione europea che sono disposti a trattare con la Cina. Il gruppo di cui i sono presidente no e siamo pronti a dare il via ad una grande mobilitazione, anche a portare un milione di lavoratori a Bruxelles, per difendere il lavoro e la salute. Ma è chiaro, però, che anche l’industria continentale deve fare dei passi in avanti, perché deve puntare ad una sempre maggiore compatibilità con l’ambiente».

Convegno Europa Cina sul filo d'acciaio, Terni - 14 maggio 2016 (2)Sereni La vice presidente della Camera dei deputati, Marina Sereni, ha ripreso i concetti di Pittella chiarendo che «lo stop alla Cina è solo l’inizio di un negoziato. Dopo l’estate ci sarà un summit Europa-Cina e entro la fine dell’anno si arriverà alla decisione finale. Dobbiamo utilizzare bene il tempo che abbiamo a diposizione, soprattutto per far comprendere a tutti che è necessaria una nuova politica europea per l’acciaio e che servono nuove regole sulle concentrazioni, che evitino il ripetersi di quanto è accaduto con Ast nella vicenda Outokumpu-ThyssenKrupp».

Moroni e Pucci (a sx) arrivano in questura

Moroni e Pucci (a sx) arrivano in questura

ThyssenKrupp Inevitabile, nel corso della giornata di lavoro, il riferimento alla sentenza della Corte di cassazione, relativa al rogo dello stabilimento di Torino della ThyssenKrupp e alle condanne definitive inflitte, tra gli altri, ai due ternani Marco Pucci e Daniele Moroni: fatta salva la vicinanza sul piano personale a uomini che molti conoscono da una vita, è stata la sintesi della riflessoni, non si può che inchinarsi alla decisione dei supremi giudici.

Nella giornata di domenica un approfondimento sui temi trattati nel convegno

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