del comitato insegnanti e genitori della direzione didattica ‘Don Milani’ di Terni
Adesso parliamo noi: siamo sdegnati e delusi. Da quando si è concretizzata la notizia che la nostra scuola sarebbe stata l’unica a Terni a essere accorpata, si è subito creato un comitato spontaneo composto da docenti e genitori che si sono attivati per bloccare questa proposta.
Dopo un incontro molto proficuo con l’assessore alla scuola del Comune di Terni, che ha infatti prontamente revocato la proposta di accorpamento, abbiamo richiesto anche un incontro con la presidente della Provincia dopo l’inaspettato voto favorevole del 23 ottobre da parte del consiglio provinciale di Terni.
La presidente ci ha informato che, non essendo pervenuta al suo ufficio nessuna revoca ufficiale da parte del Comune di Terni, ma solo una telefonata informale dell’assessore che le comunicava la delibera di revoca del primo atto, la Provincia il 23 ottobre non poteva far altro che approvare l’unica proposta fino a quel momento pervenuta. A margine dello stesso incontro ci ha comunque assicurato che avrebbe preso atto e posto l’accento sulla delibera di revoca del Comune arrivata il giorno successivo, cioè il 24 ottobre, alla conferenza provinciale svoltasi il 6 novembre.
Con estremo disappunto e sdegno apprendiamo che alla suddetta conferenza provinciale, contrariamente alle rassicurazioni ricevute dalla presidente Pernazza, vari sindaci hanno espresso voto contrario al mantenimento del nostro istituto. Ci teniamo a ribadire che l’istituto Don Milani non è mai stato in reggenza, che vanta plessi estremamente periferici, dove a causa del calo demografico è sempre più difficile reperire iscritti, e che nonostante tutte le carenze infrastrutturali, come un’adeguata rete di trasporto scolastico, a oggi può vantare 570 alunni iscritti rispetto ai 600 richiesti, con soli due gradi di scuola.
Tralasciando il fatto che con questo tipo di votazioni si avalla una politica basata su tagli e accorpamenti che limitano i servizi e i diritti dei cittadini, la scomparsa della nostra direzione didattica potrebbe anche essere vista come una problematica singola e poco rilevante. Non dimentichiamoci però che oggi è il nostro istituto, ma domani la stessa sorte potrebbe toccare agli istituti dei Comuni che oggi si sono espressi a favore del nostro accorpamento, poi sarà la volta dei punti nascita o dei pronto soccorso, insomma una palla di neve che rischia di diventare una valanga contro i servizi essenziali alla cittadinanza.
Come già sostenuto dall’assessore Altamura, per riorganizzare l’assetto scolastico del territorio serve del tempo, serve un tavolo tecnico, un confronto aperto su diverse prospettive per ampliare le offerte formative, non selvaggi accorpamenti che non hanno motivo di esistere se non ridurre bambini e docenti a numeri e aumentare le criticità già presenti nelle scuole.
Se il Comune di Terni, con grande acutezza, è tornato sui suoi passi, ascoltando i diretti interessati e i sindacati, ponendosi in una dimensione di apertura e confronto con le parti in causa, non comprendiamo come mai la Provincia non abbia fatto altrettanto, soprattutto dopo il nostro incontro in cui siamo stati più volte rassicurati dalla presidente in persona. Ricordiamo che l’unica istituzione con competenza decisionale riguardo a questa lunga vicenda è la Regione, con la quale auspichiamo di poter aprire al più presto un proficuo tavolo di confronto nella persona dell’assessore Agabiti.
I nostri bambini hanno diritto al tempo e all’ascolto, ad avere sul territorio istituzioni competenti, in grado di farsi carico delle loro esigenze e di occuparsi della gestione delle scuole che li formeranno. Ricordiamo infine alla presidente Pernazza che, grazie al voto di oggi, sul tavolo della Regione arriverà in discussione il taglio di due dirigenze della Provincia di Terni, mentre soltanto una per la Provincia di Perugia. Ci risponda presidente, chi sarà ancora una volta a pagare il prezzo più alto tra le due Province?