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Terni, Ast: spunta la cassa integrazione

di Fabio Toni
4 Settembre 2019
in Ast, In evidenza
Tempo di lettura: 3 minuti di lettura
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Riprende con una doccia fredda l’attività all’Ast di Terni dopo la pausa estiva: l’amministratore delegato Massimiliano Burelli ha infatti comunicato ai segretari provinciali delle sigle dei metalmeccanici l’intenzione di avviare all’interno dell’acciaieria le procedure di cassa integrazione. Lo ha fatto informalmente nel corso di una conference call che si è svolta martedì pomeriggio.

TUTTO SU AST

Al via da ottobre

Al momento, secondo quanto trapela dai sindacati, il numero 1 di viale Brin non avrebbe fornito ulteriori dettagli su modalità, impianti e personale interessato all’ammortizzatore sociale, che dovrebbe comunque essere introdotto – presumibilmente – dal mese di ottobre, in occasione dell’inizio del nuovo anno fiscale. La stessa azienda dovrà approfondire questi elementi, che saranno valutati più attentamente nei prossimi giorni sulla base dell’andamento degli ordini e poi comunicati ufficialmente ai segretari, oltre che a Confindustria. «La cassa non coinvolgerà comunque grandi numeri» è quanto ha però specificato Burelli rispondendo alle domande dei segretari sull’entità dei lavoratori coinvolti, con ogni probabilità dell’area a caldo.

Il nodo bilancio

Concorrenza indonesiana, dazi, costo del nichel in rialzo sono le concause che in questo frangente stanno mettendo a dura prova l’acciaieria ternana, reduce da un agosto che ha rispettato le previsioni, ma con la prospettiva di un settembre sotto le aspettative e un autunno che si preannuncia ancora peggiore. Tutto questo in un frangente delicato come quello della chiusura, il 30 settembre, dell’esercizio 2018/2019, quest’anno – a differenza delle ultime due annualità – tutt’altro che roseo. La situazione, è ormai noto da tempo e le ultime comunicazioni lo confermano, è complicata e gli sforzi dell’azienda sono tutti orientati a chiudere il bilancio, nella migliore delle ipotesi, in pareggio. Nella peggiore, l’utile si potrebbe attestare appena sotto le zero, in ogni caso decisamente lontano dal +98 milioni registrato nell’esercizio 2017/2018.

La Fiom: «Rispettato accordo ministeriale»

In serata arriva la nota della Fiom Cgil: «Questa situazione, che non rispetta quanto preventivato prima della fermata estiva, è riconducibile, secondo lo stesso amministratore di Ast, alle difficoltà di mercato globali, anche legate alle politiche sui dazi, che da tempo stanno rendendo il portafoglio ordini di Ast volatile e instabile. L’azienda, a fronte di questa situazione, intende anticipare tutti gli ordinativi di ottobre sul mese di settembre e contestualmente aprire una Cassa integrazione guadagni da ottobre 2019 per gestire le difficoltà. A nostro avviso la scelta di anticipare tutti gli ordinativi, attraverso la saturazione impiantistica con relativa piena produzione, ha come obiettivo quello di contenere e mitigare il più possibile un bilancio economico purtroppo non positivo come negli anni passati. Rispetto allo scarico di ordinativi invece pensiamo che oltre agli aspetti legati alla crisi di mercato, ai prezzi, ai dazi e alle difficoltà globali, ci sia anche una parte di responsabilità del management di ThyssenKrupp e di Ast. Come più volte evidenziato in questi anni, siamo stati di fronte ad un gruppo dirigente che spesso ha curato l’immagine aziendale, rappresentando una situazione spesso non rispondente alla realtà e non sempre affrontando in modo serio le problematiche legate agli aspetti industriali, di mercato, commerciali, produttivi, impiantistici, degli appalti e dell’organizzazione del lavoro. È preoccupante come, a fronte di dati forniti da esperti di settore, che indicano un aumento dei consumi di acciaio inox nel mondo mediamente del 6%, ma anche rispetto alle strategie commerciali e di mercato messe in campo dai competitor europei, Ast, con il potenziale che può esprimere, ‘galleggi’ in attesa che ‘passi la nottata’.
Comprendendo le difficoltà anche legate alla situazione confusionaria in cui versa ThyssenKrupp, riteniamo che tutto ciò non possa sempre ricadere sui lavoratori, che come al solito sono chiamati a sacrifici per colpe certamente non loro. Come Fiom crediamo che l’annunciata cassa integrazione dovrà essere accompagnata da una discussione per chiarire gli obiettivi dei volumi per l’anno 2019/2020. Ciò è necessario perché, qualora le difficoltà non fossero contingenti e temporanee, ma al contrario fossimo di fronte ad un problema strutturale, potrebbero allora venire meno anche gli impegni che Ast ha sottoscritto al Ministero nel recente accordo».

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