Terni, ex Edilstart: «Aree da ‘indagare’»

Il consigliere Rossi sulla procedura in essere per edificazione commerciale: «Zona da possibili rinvenimenti archeologici, cosa intende fare il Comune?»

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Il Comune di Terni  la scorsa settimana ha inviato la documentazione – verifica assoggettabilità alla Valutazione ambientale strategica – alla Regione Umbria per proseguire l’iter in merito all’edificazione di natura commerciale in un’area da 28 mila 740 metri quadrati, ex Edilstart. Coinvolta la Mare Blu S.p.A. della famiglia Di Nicola, leader del marchio Globo: in tal senso in città c’è qualcuno che chiede delucidazioni, il consigliere Michele Rossi. Focus sulla tipologia della zona sul quale si dovrebbe andare ad agire.

EX EDILSTART E STRUTTURE DA OLTRE 10.000 MQ: POSTA PER LA REGIONE

L’area coinvolta

La premessa e i Naharki

L’esponente di Terni Civica sottolinea che «nel 1998 la presenza di materiale fittile (terracotta o argilla) di impasto e di metallo, ha spinto la soprintendenza per i beni archeologici dell’Umbria a procedere a un primo saggio nell’area compresa tra la strada di Casanova, Strada di Maratta bassa e la ferrovia Terni-Orte e poi negli anni successivi a procedere ad altri due saggi. Dalle strutture emerse e dai reperti si affermò che si trattava di un insediamento abitato dai Naharki dell’età del ferro. Il villaggio era costituito da strutture capannicole i cui assi erano inserite in alcune buche contraddistinte da una risega interna. Le pareti erano rivestite da un conglomerato di materiale fititle e litico ricoperto da uno strato di intonaco biancastro. Numeroso il materiale rinvenuto come rocchetti, fuseruole e pesi da telaio; si tratta di limitate indagini archeologiche che non permettono di definire bene la storia del villaggio abitativo di maratta adiacente al sistema fluviale possibile porto fluviale, sicuramente molto più esteso rispetto all’area indagata».

Michele Rossi

Gli ultimi passaggi

Si riprende dall’attualità: «Il 2 agosto la Mare Blu presenta al Comune di Terni una proposta di variante urbanistica suap per un intervento edilizio a destinazione commerciale e il Comune di Terni determina in base alle leggi esistenti di trasmettere all’autorità competente Regione dell’Umbria, la documentazione presentata affinché provveda a espletare la procedura per la verifica di assoggettabilità alla Vas; correttamente negli elaborati presentati si fa presente che l’area interessata dall’intervento confina con un’area archeologica. Si rileva poi la presenza di un vincolo paesaggistico ai sensi del D. Lgs n. 42/2004 vincolo aree di interesse storico/archeologico – vincolo parco archeologico (i parchi archeologici a Terni sono le aree di Carsulae e questo di Maratta)».

La soprintendente Marica Mercalli

Le richieste

Si arriva al dunque. Rossi chiede nell’interrogazione «se questa ministrazione, a differenza delle precedenti, intende puntare culturalmente e turisticamente sulle eccezionali prove documentali della presenza di popolazioni protostoriche nel nostro territorio; se intende conseguentemente promuovere e spingere la possibilità di procedere ad ulteriori scavi nella stessa zona. Se intende comunque avviare concrete azioni per la valorizzazione e la fruizione dei reperti già affiorati e che ad oggi sono coperti dalla terra e dalla vegetazione. Il sito archeologico in questione e le aree limitrofe andrebbero indagate con grande attenzione e prudenza tutelando le potenziali particolarità dell’area. Ulteriori scavi in zona potrebbero riportare alla luce altre porzioni del complesso. Ulteriori scavi adiacenti potrebbero far emergere importanti e decisive novità nella conoscenza socio-economica delle popolazioni pre-romane presenti nella valle ternana considerando che l’area interessata si trova a circa 200 metri dal fiume Nera e in linea d’aria circa 700 metri dalla antica via Flaminia; se intende attenzionare, secondo quanto è possibile fare direttamente, il futuro intervento edilizio in oggetto per la probabilità molto alta di rinvenire ulteriori reperti archeologici dell’età protostorica nel sottosuolo dell’area privata interessata e se intende fin dalla procedura avviata che approderà alla conferenza dei servizi, coinvolgere la Soprintendenza regionale non certo con l’intento di ostacolare l’intervento imprenditoriale ma per coniugarlo con la giusta considerazione dei potenziali archeologici dell’area interessata».

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