Terni girone infernale? Piano con le parole

Il nome della città, ultimamente, sembra significare inferno, il far west, una landa pericolosa. Sicuri che sia così?

Condividi questo articolo su

di Walter Patalocco

Terni: basta la parola. Uno che abita a Bergamo (o Treviso, Cuneo…), che s’informa, che legge i giornali, segue i siti internet nazionali, ascolta le trasmissioni televisive e radiofoniche della Rai, sbianca solo a sentir qualcuno pronunciare Terni. Perché Terni, a meno che non si parli di gioco del lotto, significa inferno, il far west, una landa pericolosa.

Le cronache italiane si sono interessate a Terni, da qualche anno in qua, innanzitutto per i problemi dell’occupazione. Cosa si è visto della città nei telegiornali? Gente in piazza a protestare; autostrade e ferrovie bloccate da operai guidati da un sindaco facinoroso che si è stati costretti a fermare a manganellate in testa, secondo una versione; o talmente mal visto che si è preso un’ombrellata da uno degli operai di cui si era messo alla guida, secondo altre versioni. Una città che sta attaccata all’acciaio come una cozza allo scoglio e se poi il tedesco di turno decide di darci una chiusa, eccoli lì i ternani: tutti agli incroci a lavare i vetri.

Lavoro in bilico, economia da sussistenza ormai alle porte. E violenza. Una guerra continua per questioni razziali, talmente diffusa che persino tra ragazzini delle scuole medie si fanno cazzottate con conseguenti corse di ambulanze, visite in ospedale, denunce.

Una città sporca, in abbandono, un centro storico in balia di ubriachi che vanno schiamazzando per tutta la notte, orinando agli angoli delle strade; sacchi di immondizia dappertutto; muri orripilati con scritte e disegni; danneggiamenti. Spacciatori di droga così avvezzi ed esperti che arrivano – addirittura – a utilizzare i cespugli per nascondere le dosi che debbono vendere.

Il lavoro è in crisi eppure le fabbriche continuano ad avvelenare, e la gente muore. I dati relativi? Sono vecchi, perché nemmeno su questo c’è efficienza, risalgono a una decina di anni fa; sono preoccupanti ed in dieci anni la situazione è sicuramente peggiorata, dicono quelli che dipingono questa Terni.

Le galline fanno le uova alla diossina; le falde acquifere sono avvelenate; l’aria è irrespirabile. Un sindaco è stato accusato di strage proprio per questo motivo. E poi: il traffico caotico e senza regole. Ma d’altra parte Terni è pure una città di senzadio dove gli insegnanti pretendono che non ci sia il crocifisso in classe.

Giusta punizione: la squadra di calcio rischia la retrocessione. E poi largo agli ‘zombi’.

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli