Terni: i giovani dell’ITT a confronto con la storia del polo chimico. Guardando al futuro

L’iniziativa Vitality organizzata da Femca Cisl e Cisl Umbria si è tenuta venerdì mattina

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Un’iniziativa partecipata e dedicata al territorio e agli studenti: ‘Vitality per il polo chimico ternano’, organizzato dalla Femca Cisl Umbria e dalla Cisl Umbria, ha lanciato venerdì mattina da Terni, dall’Istituto Tecnico Tecnologico, un messaggio preciso. Quello della necessità e di un lavoro comune e condiviso per lo sviluppo sostenibile del territorio. «L’idea di questa iniziativa è partita dalla memoria di quell’11 marzo del 1954, quando Giulio Natta annotava nella sua agenda ‘fatto il polipropilene’. Esattamente 70 anni fa». Lo hanno fatto sapere gli organizzatori, la Femca Cisl Umbria e la Cisl Umbria, che partendo proprio da questa ricorrenza hanno organizzato l’evento, un incontro con gli studenti che è stato accolto positivamente dalla dirigente Cinzia Fabrizi che ha aperto i lavori. «Iniziative così sono importanti anche per decidere cosa fare nella vita. Ringrazio gli organizzatori». Luca Gammaitoni, coordinatore scientifico Vitalità Unipg, sempre sull’importanza dell’iniziativa ha aggiunto il concetto dell’economia della conoscenza. «Nella storia – ha detto – ci sono state varie economie. Oggi bisogna estrarre conoscenza. I giacimenti sono università ed enti di ricerca. Si trasforma la conoscenza in ricchezza attraverso il lavoro». A ripercorrere la storia del settore nel ternano è stato Paolo Olivieri, già dirigente della Polymer. «Per tentare di fornire un futuro al polo chimico del comprensorio ternano – ha affermato Riccardo Marcelli, nelle vesti di segretario regionale Cisl Umbria e di moderatore dell’evento – occorre tornare allo spirito che animava Giulio Natta, premio Nobel della chimica per il propilene, che vedeva disporre Terni di un importante centro di ricerca dove operavano all’epoca quattrocento persone, di cui duecento tra laureati e diplomati. La formazione e la ricerca restano le basi per evitare che i giovani umbri continuino a lasciare la regione per recarsi all’estero, rilanciando la chimica come manifattura, introducendo la figura del consulente alla sostenibilità ambientale economica e sociale. Ecco perché bisogna sostenere il progetto Vitality unendo le forze in una sorta di comunità degli innovatori». Sulla validità del progetto è tornato anche il segretario generale Cisl Umbria Angelo Manzotti: «La chimica non parte dall’anno zero – ha affermato -, a Terni conta 125 anni di storia. E possibile seguire il criterio di sostenibilità sociale, economica e ambientale: il Pnrr e i fondi europei sono gli strumenti. Questo per trattenere i giovani nella nostra regione». E sempre ai giovani, invitandoli ad intraprendere una formazione specifica, si è rivolto il direttore di Confindustria Umbria, Simone Cascioli che ha trattato del progetto Turn urban re-generation Terni e Narni. Formazione e ricerca sono stati i temi toccati anche dal segretario generale della Femca, Simone Sassone: «Biomat, la ricerca sui materiali e dispositivi a base biologica e biocompatibili, è un primo segnale per risvegliare dal torpore il polo chimico ternano. Siamo convinti che questo tipo di manifattura abbia ancora un futuro a condizione che tutti gli attori svolgano il proprio ruolo investendo appunto nella ricerca e nella formazione. Agli studenti presenti, poi, abbiamo provato a lanciare un messaggio. Chi studia a Terni, all’Itt, ha le competenze di base per entrare nel mondo del lavoro e avere più velocità nello sviluppare competenze specifiche necessarie per affrontare il mercato del lavoro dove digitalizzazione, innovazione, sostenibilità e transizione sono ormai le parole chiave del modello economico». Un modello che, come descritto dal professor Luigi Vaccaro, vede ormai dialogare e lavorare in sinergia il mondo del lavoro con l’università. Nel progetto Vitality, da lui ampiamente descritto, sono già stati assunti 24 ricercatori. «L’economia dell’Umbria è legata al rilancio di questo polo – ha affermato l’assessore regionale Michele Fioroni, intervenuto alla seconda parte dell’incontro -, perché le integrazioni delle filiere della chimica e della sostenibilità, e anche in parte con quelle dell’agricoltura, rappresentano una strategia importante per questa regione. Riteniamo che il polo chimico, che ha una storia, può avere ancora un grande potenziale, sviluppare attrattività. La progettualità che abbiamo sviluppato insieme all’università sullo spoke dei biomateriali sarà strategica perché crea ecosistema per attrae altre imprese». A concludere i lavori Nora Garofalo, segretaria generale nazionale della Femca Cisl, sulla partecipazione ma anche sulla costruzione delle competenze per gestire le transizioni. Ad emergere l’importanza di programmare le competenze dei giovani per approcciarsi al mercato del lavoro.

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