Terni, il Covid non ferma le Giornate Fai d’autunno 2020

Due fine settimana diversi: il 17 e 18 ottobre a villa Bianchini Riccardi e il 24 e 25 al museo civico della Grande Guerra e allo scavo della villa rustica romana a Lugnano in Teverina

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di A.T.

Il Covid non ha fermato le Giornate Fai d’autunno. L’ormai decennale evento che ogni anno il Fondo ambiente italiano organizza per far riscoprire siti d’importanza storica e culturale, è stato riconfermato anche per l’edizione 2020. Per via dell’emergenza sanitaria, le aperture dei luoghi da visitare sono state collocate in due fine settimana diversi: il 17 e 18 ottobre per la visita alla villa Bianchini Riccardi, tra le più notevoli residenze di Piedimonte (Terni), e il 24 e 25 ottobre per quella al museo civico della Grande Guerra e lo scavo della villa rustica romana di Poggio Gramignano, entrambi a Lugnano in Teverina. L’avvio delle Giornate Fai d’autunno 2020 è stato presentato mercoledì mattina in Bct dal capo delegazione Fai Terni Raffaele De Lutio, dal sindaco di Lugnano in Teverina Gianluca Filiberti, dal vicesindaco e assessore alla cultura Alessandro Dimiziani, dalla referente scuola delegazione Fai Terni Gabriella Briganti e dalla referente del Fai giovani Terni Daniela Palermi. «L’edizione 2020 è dedicata a Giulia Maria Crespi, fondatrice del Fai scomparsa lo scorso luglio – ha spiegato De Lutio – abbiamo assicurato le visite nel rispetto delle misure di sicurezza. Bisognerà, quindi, prenotarsi online con il versamento di un contributo che parte da un minimo di 3 euro. L’importante è essere puntuali così da rispettare gli orari di visita di ogni gruppo».

Le tappe

Prima tappa, villa Bianchini Riccardi. La maestosa dimora del seicento, negli ultimi trent’anni era rimasta chiusa e sarà proprio in occasione delle Giornate Fai che riaprirà: «Restaurata e reimmobiliata, la villa è pronta ad accogliere i visitatori – ha continuato De Lutio – l’edificio domina tutta la vallata ed è protetta alle spalle dalla montagna. Il clima, inoltre, ha permesso la crescita di piante semitropicali». La costruzione si deve ad un aristocratico di Todi, Fausto Galluzzi, che eresse il primo nucleo nel 1640. Per vincoli matrimoniali, poi, la proprietà pervenne alla famiglia Bianchini Riccardi, attuali proprietari. Segni particolari: tele attribuite al Vanvitelli, una serie di magnifici quadri raffiguranti i maggiori porti italiani e, all’interno della cappella, un raro organo con canne di legno. Per la seconda tappa, sul finire di ottobre, i visitatori saranno trasportati nel suggestivo borgo di Lugnano in Teverina. Ad accoglierli, la visita al Museo civico della Grande Guerra 15-18. Posto all’interno di un edificio costruito nei primi anni del novecento per ospitare una fabbrica di lampadine, insieme all’Antiquarium, al teatro e all’archivio storico del Comune, il museo costituisce il polo culturale cittadino. «Molti cittadini hanno donato antichi reperti risalenti al primo conflitto mondiale e li hanno messi a disposizioni di tutti colori che vorranno visitare il museo – ha detto il sindaco Filiberti – è dal 2014 che stiamo incentivando i turisti a visitare Lugnano attraverso la cultura e la storia. Adesso ne stiamo raccogliendo i frutti». Il nucleo iniziale del museo è stato fornito dagli eredi di un giovane ufficiale medico lugnanese. Hanno offerto strumenti chirurgici e fotografie dal fronte. Si sono aggiunti poi alcuni cimeli messi a disposizione da un collezionista locale. Chi vorrà, poi, potrà visitare lo scavo della villa di Poggio Gramignano, a soli 3 chilometri da Lugnano. «Gli scavi hanno portato alla luce decine di sepolture di bambini, la cui morte fu causata da un’epidemia di malaria – ha affermato De Lutio – la villa era una grande fattoria del I sec. a.C. Con il passare dei secoli, poi, dopo il collasso di molte strutture della villa, la parte produttiva (dove venivano lavorati i prodotti) venne destinata ad uso cimiteriale. I reperti rinvenuti saranno esposti presso l’antiquarium». Il covid ha costretto a ripensare modi alternativi per continuare a far rivivere luoghi altrimenti dimenticati, o sottovalutati. E’ il messaggio universale della cultura e della storia, una trasmissione di insegnamento che sopravvive al trascorrere dei secoli: «Per fortuna – ha concluso De Lutio – siamo riusciti a confermare l’evento per questo autunno e speriamo che per le giornate di primavera tutto torni alla normalità».

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