L’incipit sembra scolpito nella pietra: «L’inceneritore Acea di Terni sarà definitivamente chiuso». Il capogruppo del M5S alla Regione Umbria, Andrea Liberati, si espone in maniera chiara: «Quello approvato a Roma martedì scorso, col solo voto del M5S, è il primo atto di un percorso amministrativo e societario che, pur tra prevedibili ostacoli, porta alla fine del criminale ammorbamento sulla pelle dei ternani».
Il problema ambientale Liberati spiega che «in appena otto mesi, la Capitale, guidata da Virginia Raggi, ha riconosciuto il problema ambientale e sanitario esistente a Terni, attivandosi concretamente su una questione che da tempo ferisce la città.
Ben oltre 10 anni dopo, altri, pur governando da sempre a tutti i livelli, non hanno avuto né la cultura, né la sensibilità, né tantomeno la volontà politica di contrastare la deriva degli inceneritori e di certe multinazionali di rapina. Anzi: la Regione, diretta prima da Lorenzetti e tuttora da Marini, ha continuato con gli intrighi di sempre, favorendo precisi interessi affaristici vicini al partito, mentre in azienda – Terni En.A. e Acea – entrava una moltitudine di amici e famigli, sorta di bancomat di una vecchia politica adusa a occupare tutti i gangli della società. Frattanto i ternani erano già trasfigurati nell’inconsapevole contropartita di altrui giochi».

«L’inceneritore chiuderà» Poi il capogruppo del M5S in regione ribadisce: «Per affrontare sul serio la vicenda di Terni, abbiamo dovuto espugnare la Capitale come M5S, allegoria che indica l’inconcludenza e l’indifferenza di lunga data di gran parte dei rappresentanti della Regione Umbria: oggi possiamo ben dire che la stagione di cricche e cricchette è finita. Ça va sans dire che l’inceneritore ternano chiuderà, considerando pure l’assurdità delle pratiche ambientali sinora portate avanti nei nostri territori, come d’altronde mostrano tutti gli indicatori».

Attacco finale Conseguentemente, dice Liberati, inserendo la stoccata finale, «un solo destino spetta a coloro che, in Regione e Comune di Terni, con una mano temporeggiavano, sostenendo la necessità dell’ennesimo studio sanitario nella Conca, mentre con l’altra vi autorizzavano nuovi inceneritori: costoro si ritirino al più presto a vita privata. Faranno danni solo a casa propria».