Terni, ‘LaGioiaDiVivere’ si autotassa e aiuta

Il centro d’ascolto della della Polymer ha raccolto 6 mila euro da distribuire come buoni spesa o contanti alle famiglie, molte delle quali sono ternane

Condividi questo articolo su

La chiusura imposta dall’emergenza Covid-19 del centro d’ascolto nella parrocchia dell’Immacolata Concezione, nel quartiere Polymer a Terni, non ha fermato l’attività dei volontari dell’associazione ‘LaGioiaDiVivere’. Ormai da settimane Clara Giorgi, insegnante ternana in pensione, accoglie le famiglie davanti al cancello di casa. Con mascherine e guanti c’è lo scambio di un buono spesa, di una bolletta o dell’affitto da pagare, ma prima di tutto questo c’è un sorriso, una parola buona.

Gli aiuti alle famiglie

«Le persone avvertono di non essere sole – dice Clara – il passaggio dei soldi è importante ma facile. Stare a sentire davvero le persone significa dar loro coraggio, aiutarle a superare un momento difficile. Noi riceviamo molto di più di quello che diamo quando chi entra con le lacrime esce col sorriso. Quando è scoppiata la ‘bomba’ Covid il primo pensiero è stato come aiutare le 120 famiglie che ‘LaGioiaDiVivere’ segue tra Terni e dintorni. Le iniziative di raccolta fondi sono tutte saltate, ma la nostra onlus ha la fortuna di essere finanziata dalla nostra famiglia e quando c’è un’emergenza, con un giro di telefonate, la risolviamo in un quarto d’ora. Ci siamo autotassati e abbiamo raccolto 6 mila euro da distribuire come buoni spesa, e in questa emergenza come contanti, alle famiglie, molte delle quali sono ternane».

«L’amore diventi contagioso come il virus»

La fitta rete di relazioni con le altre associazioni, dalla San Vincenzo all’Azione cattolica, dalla Protezione civile a Croce rossa, Ambulaife e Misericordia ha fatto tutto il resto. «Una rete che ha permesso di trovare casa ad una famiglia di quattro persone con un terzo figlio in arrivo, di curare bimbi malati, di arrivare dove c’è bisogno. Un filo d’amore arrivato da Terni fino all’India, dove la onlus, che opera anche in Kenya, Madagascar, Togo e Albania, ha mandato 15 mila euro per garantire il pasto quotidiano nelle sei comunità che sostiene da anni. L’amore non costa e vorrei che fosse contagioso come il virus. Sarebbe davvero una bellissima epidemia».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli