Minori in affidamento. A nuove famiglie, a strutture residenziali educative o solo seguiti su segnalazione del Tribunale o della Procura. A Terni sono «oltre 200 i minori che hanno trovato un aiuto sostanzioso», un numero che sembra elevato, ma che in realtà «non è così esorbitante».
I dati Giovedì, sulla pagina Facebook del sindaco Leopoldo Di Girolamo, sono stati pubblicati i dati sui minori che sono stati affidati nel 2016. Nel post si legge: «Vicenda molto brutta, con una bambina di 12 anni oggetto di violenza». Il sindaco si riferisce alla storia che ha portato all’arresto, lo scorso 30 dicembre, di un 31enne di origini asiatiche residente e con un lavoro stabile a Terni che aveva violentato una bambina di 12 anni, figlia di amici. L’uomo è stato scoperto quando la piccola, accompagnata dal padre, è arrivata in ospedale per abortire una gravidanza giunta alla fine del quarto mese di gestazione. Di Girolamo continua: «Vicenda che ci dice anche come Terni abbia saputo reagire e contrastare nella maniera dovuta tanta brutalità. Per dare una risposta adeguata Forze dell’Ordine, Tribunale dei minori, Servizi sociali del Comune, Azienda Ospedaliera hanno lavorato insieme dimostrando che la Città, le istituzioni, ci sono. Ringrazio i Servizi sociali comunali per quanto fatto e per quello che fanno in tante altre vicende, per fortuna meno eclatanti. Nel 2016 si sono occupati di 44 minori in affidamento a famiglie, di 41 inseriti in strutture residenziali educative. Oltre 90 i minori seguiti su segnalazione del Tribunale e 60 su segnalazione della Procura. Complessivamente oltre 200 minori hanno trovato un aiuto sostanzioso. Un gran lavoro, tra mille difficoltà, pensando non alle luci della ribalta, ma a svolgere il proprio ruolo con professionalità. Grazie ancora».
Procura «Noi agiamo su segnalazione della Procura», spiega la vice sindaco Francesca Malafoglia. «Queste indicazioni vengono date in via preventiva e si cerca in questo modo di scongiurare il Tribunale per i minori. In Procura si fa il lavoro istruttorio, quindi si analizza la situazione del minore e poi si decide il da farsi. Potrebbe risolversi tutto per il meglio e quindi il bambino potrebbe rimanere con la sua famiglia oppure no. Il lavoro preventivo è fondamentale e per questo si fa anche con le scuole e con le famiglie stesse. Quello che invece si affronta con il Tribunale è un percorso più ‘forte’ ed è questo organo a disporre l’adozione».
Strutture educative e famiglie A Terni i ragazzi affidati alle strutture sono 41, mentre quelli dati ad altre famiglie sono 44. «Il nostro, rispetto a quello perugino, non è un numero esorbitante», dice Malafoglia. «Noi, infatti, piuttosto che mandarli nelle strutture, preferiamo mandarli in altre famiglie». In entrambi i casi, quelli che i giovani affrontano sono percorsi temporanei. «Ma sono differenti – afferma la vice sindaco – perché se il minore viene dato a un’altra famiglia si può decidere di fargli affrontare un percorso durante il quale può rimanere in contatto con la sua famiglia che può essergli di supporto. Di solito l’obiettivo è quello di farli tornare dai loro genitori. I percorsi che, invece, affrontano nelle strutture sono più severi. Si fa quando ci sono più difficoltà e spesso quando escono sono maggiorenni e per loro è complicato reinserirsi. Anche per questo abbiamo investito 800 mila euro nel progetto ‘Agenda urbana’. Questo ci ha dato al possibilità di continuare a seguirli e a sostenerli anche una volta usciti, organizzando corsi di semi-autonomia. Ovviamente a 18 anni finisce l’obbligo di legge, il nostro compito sta nell’aiutare prima i minori, gli anziani e i disabili, ma proprio perché non vogliamo abbandonarli abbiamo puntato sul territorio».
Grande ricchezza I minori vengono affidati sempre a causa di reati minorili a a causa di genitori che non sanno ‘esprimere’ la loro capacità genitoriale. «Noi – aggiunge Malafoglia – preferiamo sempre la via dell’affidamento alla famiglie. Lavoriamo molto di più a questo livello che rispetto a quello delle strutture è meno istituzionalizzato. Questo, però, dimostra anche la ricchezza della nostra comunità che è sempre pronta ad accogliere e ad aiutare questi bambini o ragazzi in difficoltà».
Perugia «Ci tengo a ribadire – conclude la vice sindaco – che quelli di Terni non sono numeri esorbitanti. A Perugia sono molti di più». L’assessore alla Famiglia e ai Servizi sociali di Perugia, Edi Cicchi, conferma quanto detto da Malafoglia e, dispiaciuta, afferma che effettivamente, nella sua città, il numero dei minori affidati è elevato.