Terni perde don Fernando, da sempre accanto agli ultimi

Lo storico parroco di San Giovannino si è spento a Roma all’età di 78 anni. Ricoverato in seguito ad un ictus, era risultato positivo al Covid. «Amato per doti umane e spirituali»

Condividi questo articolo su

Un punto di riferimento per tanti giovani, per tante famiglie bisognose che da lui avevano ricevuto un sostegno spirituale e talvolta materiali, ed anche per tutti coloro che aveva aiutato nelle sue missioni diocesane in Africa. Terni perde don Fernando Benigni, 78 anni, originario di Guadamello di Narni e per anni parroco della chiesa di San Giovannino e dell’acciaieria di Terni. Da qualche anno era ospite di una casa di riposo a Sacrofano (Roma) ed era stato anche ricoverato all’ospedale ‘Sant’Andrea’ di Roma in seguito ad un ictus. Il presule, risultato positivo al Covid-19, si è spento mercoledì. In tanti ne ricordano le capacità umane, di pastore e quella sua caratteristica di essere sempre dalla parte della gente e fra la gente, che era un po’ la sua cifra. La notizia della scomparsa di don Fernando, la cui ordinazione risale al 1966, ha presto fatto il giro della città lasciando amarezza nel cuore dei tanti che lo hanno conosciuto e stimato. Il funerale sarà celebrato venerdì alle 11.30 nella cattedrale di Terni.

SPECIALE COVID – UMBRIAON

«Doti umane e spirituali»

Don Fernando era nato a Narni il 6 aprile del 1942 e ha svolto gli studi presso il seminario diocesano di Narni e il Pontificio seminario regionale Umbro ‘Pio X’ di Assisi. È stato ordinato sacerdote il 29 giugno 1966 da monsignor Giovanni Battista dal Prà. «Cappellano di Sua Santità, canonico emerito del capitolo della cattedrale di Terni, sacerdote molto conosciuto – ricorda la diocesi di Terni-Narni-Amelia – e amato in città e nell’intera diocesi per le sue doti umane e spirituali, dal carattere empatico e dall’entusiasmo coinvolgente, dalla fede salda e dall’attenzione per i bisognosi e poveri, ha svolto il suo ministero con autentico spirito missionario, che lo ha portato tra gli operai come cappellano dell’Acciaieria di Terni, in terra d’Africa nella missione diocesana di Ntambue nella Repubblica Democratica del Congo, per lungo tempo come animatore spirituale dei Corsi di cristianità e direttore del Centro missionario diocesano per un decennio; è stato uno degli organizzatori della storica visita di papa Giovanni Paolo II all’acciaieria di Terni, di cui parlava come uno dei momenti storici più belli e importanti per la città e di cui conservava gelosamente, come ricordo, l’elmetto che il Papa indossò nella visita agli impianti della fabbrica. La missione evangelizzatrice – prosegue la diocesi – in terre lontane è stata sempre al centro del suo ministero e su invito di Mons. Franco Gualdrini, accettò con entusiasmo di partire missionario nella Repubblica Democratica del Congo, nella missione diocesana di Ntambue, dove è rimasto per 6 anni, dando un importante contributo per l’evangelizzazione e la promozione umana delle famiglie, in un periodo in cui il Congo era oggetto della guerra civile che non ha risparmiato nemmeno la missione. In Africa ha animato la missione con grande umanità e vicinanza ai più deboli e bisognosi, alle famiglie e ai ragazzi, che era solito incontrare per le catechesi e nelle celebrazioni a Ntambue e nei villaggi vicini affidati alle cure pastorali dei missionari. È tornato in missione in anni successivi per brevi periodi. Ha testimoniato questa sua esperienza missionaria con grande entusiasmo e creatività, negli incontri ecclesiali e tra la gente, pubblicando anche un libro-memoriale ‘Lettere dall’Africa’ e facendosi promotore e sensibilizzatore nella comunità della missione ad gentes ed accogliendo nella fraternità le persone straniere e bisognose».

Il ritorno in Italia e gli anni a Terni

«All’inizio del suo ministero, nel 1969, è stato parroco a San Gabriele dell’Addolorata a Terni, dal 1976 al 1988 Cappellano delle Acciaierie di Terni e delegato episcopale per il mondo del lavoro; dal 1977 al 1988 parroco a San Salvatore e Terni e dal 1988 al 1994 fidei donum nella diocesi di Kananga nella Repubblica Democratica del Congo. Tornato in Italia, è stato parroco a San Zenone, officiante nella parrocchia di San Lorenzo e Cristoforo a Terni e nella parrocchia di Campomicciolo e rettore della chiesa di San Giovannino a Terni, centro di preghiera e animazione missionaria e mariana nella vicina edicola della Madonna del Popolo, di cui era custode con devozione e passione. L’ultimo suo incarico, fino al 2016, è stato presso la parrocchia di Santa Maria della Misericordia a Terni, prima che l’aggravarsi della malattia non gli ha più consentito di svolgere attivamente il suo ministero sacerdotale». Don Fernando era ricoverato da qualche giorno al Sant’Andrea di Roma a seguito il riacutizzarsi della malattia neurologica e dall’affezione da Covid-19.

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli