del comitato ‘No inceneritori’ di Terni
Come chiudere il cerchio? Come evitare che la maggior parte del rifiuto indifferenziato vada in discarica o a incenerimento dopo il trattamento? E’ possibile trasformare l’impiantistica umbra di trattamento dell’indifferenziato in massimo recupero di materia e fabbrica di nuovi materiali?
Il convegno di venerdì pomeriggio – alle 17,30 alla Siviera di via Aminale – organizzato dal Comitato No Inceneritori, con la relazione di Alberto Confalonieri della Scuola Agraria del Parco di Monza, risponderà a queste domande con l’obbiettivo di portare tale questione al centro del dibattito cittadino.
Scoraggiare definitivamente i tanti che negli ultimi tempi, utilizzando le vicende romane, hanno anche a Terni urlato all’esigenza dell’incenerimento e all’insostenibilità delle discariche.
Discariche umbre che sono al collasso per motivi altri: ritardi vergognosi nell’avvio della raccolta differenziata, gestioni come nel caso perugino oggetto di indagini, impiantistica di trattamento continuamente autorizzata dalla regione senza prevedere alcuna prescrizione in direzione proprio del recupero di materia. Fatto quest’ultimo che richiederà un chiarimento, poiché effettivamente il risultato è stato nei fatti favorire il conferimento in discarica di volumi enormi di residui garantendo ai gestori ingenti profitti, in cambio di un costo di conferimento piuttosto basso o, come nel caso perugino, affidando raccolta e smaltimento allo stesso soggetto. Il tutto facendo finta che poi le ceneri post combustione di un inceneritore, che ricordiamo stanno attorno al 25-30% del totale combusto (non è poco!!), hanno bisogno sempre di due discariche, una per rifiuti speciali e una per rifiuti pericolosi.
La soluzione di accoppiare ad una alta raccolta differenziata, impianti di compostaggio e trattamenti meccanici con massimo recupero di materia/fabbrica di materiali, ha proprio l’obbiettivo di ridurre fortemente la quantità di rifiuto conferito a discarica, riducendo il residuo.
I soldi ci sono. L’Area di crisi complessa e l’agenda 4.0 se non vogliono risolversi in mere chiacchiere o in flussi di finanziamenti volti al manetnimento dello status quo, in questo troverebbero un elemento reale di Economia Circolare.