Terni, segretario Pd: dibattito o sudoku?

«Over o under 40, non si potrebbe cercare qualcuno bravo?». Il corsivo di Walter Patalocco

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di Walter Patalocco

Manco la Festa dell’Unità ci sarà a distrarli. Quelli del Pd ternano vanno via piatti piatti, concentrati sul ‘dibattito’ per la nomina del nuovo segretario e della nuova segreteria. E’ un modo di dire, ovviamente, perché più che di dibattito sembra trattarsi di somme, sottrazioni, caselle vuote piene o da riempire, nomi, appartenenze, simpatie…

Una specie di sudoku. Di assemblee vere, di confronti, di idee politiche non giungono segnali di una qualche consistenza. La Festa dell’Unità ha un difetto di fondo, lì qualche dibattito bisogna pur farlo sia pure inserito in un quadro d’insieme che ormai, negli ultimi anni, faceva pensare più che altro ad una kermesse improntata al business: stand con macchine per cucire, materassi, stufe a pellet, trattori, automobili e chi più ne ha più ne metta. E poi discoteca, spettacoli musicali, birreria, piano bar, un paio di ristoranti, pizzeria… Vabbè, è una festa, ma un momento di riflessione di solito era ritenuto essenziale. Riflessione su obiettivi concreti, idee chiare, magari poche, ma che si possano comunicare ad iscritti, simpatizzanti e anche agli antipatizzanti.

Le energie adesso sono tutte riposte sulla scelta del segretario. L’ultimo fronte del ‘dibattito’ è: Under quaranta o over quaranta?. Rinnovamento anagrafico o no? Perché sembra che nel Pd ternano le novità concepibili siano principalmente anagrafiche. Over o under non si potrebbe cercare qualcuno bravo?

E pensare che era parso un tentativo vero di rinnovamento la nomina, decisa a suo tempo, di una segreteria (quella di Delli Guanti) composta da giovani e preparati, molti dei quali in posizioni emergenti nel loro campo di attività, ‘prodotti’ della società civile – come si dice – ed appartenenti al Pd. Un’occasione. Quelle facce e teste nuove avrebbero potuto significare molto se si fosse stabilito un connubio serio da parte degli esponenti più maturi ed esperti, se questi avessero pensato un po’ più al Pd e – soprattutto – alla città, se avessero considerato che riformare significa cambiare, adeguare le azioni a nuovi tempi, a nuovi problemi, a nuove esigenze, a nuovi meccanismi. Niente da fare. Quella segreteria è stata solo come una bella copertina nuova messa ad un vecchio libro rilegato e perciò tenuto insieme con lo spago. Non è stata sollecitata ad esprimersi, a dibattere, ad elaborare e a decidere. E’ stata chiamata a raccolta solo per ratificare scelte compiute in altre stanze.

Cosa accadrà di tanto rivoluzionario, adesso, perché tale stato di cose cambi? Intanto si va avanti secondo i rituali soliti. S’è cominciato invitando i circoli a riunirsi dimenticando che qualcuno di essi ha le porte incollate dalla ruggine dopo le intemperie degl’inverni appena passati.

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