Terni sempre più ‘vecchia’: età media 48,5 anni, gli over 65 sono il 27,4%

Il riepilogo degli aspetti demografici ed i cambiamenti nel corso del 2021. Giù le imprese commerciali. Le famiglie sono poco più di 50 mila

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Terni, la popolazione che invecchia e il costante problema natalità. Nel Documento unico di programmazione approvato venerdì dall’esecutivo Latini c’è, come di consueto, ampio spazio al rapporto statistico riguardante la città: la situazione, non rosea da tempo, non è migliorata. Situazione diversa per le imprese sul territorio nel rapporto tra cessazioni e aperture.

IL DUP 2022-2024

Giù la popolazione. L’effetto Covid

Al primo gennaio 2022 i residenti nel territorio comunale sono 109.128. Significa che c’è ancora un calo nel confronto con l’anno precedente: la differenza tra nati e morti è pari a -795. «Rispetto al 2020 – sottolinea l’ufficio statistica di palazzo Spada – va segnalato che il numero dei nati è stato superiore e il numero di morti inferiore e questo andamento, sicuramente positivo, è in contrasto con i dati nazionali che hanno invece registrato una contrazione del numero dei nati e una crescita dei decessi. La diminuzione dei decessi rispetto al 2020 è una conferma di come in città la pandemia abbia avuto effetti più contenuti rispetto ad altre zone del Paese. Il tasso di mortalità è comunque superiore a quello registrato nel 2019 e precedenti». Capitolo nascite: nel 2021 sono nati 638 bimbi con un incremento del 3% sul 2020. Non c’è da esultare: «La natalità seppure in lieve crescita, non interrompe però il trend negativo iniziato ormai da parecchi anni che ha portato a registrare valori bassissimi di nati se messi a confronto con quelli registrati negli anni 70 e 80 quando il numero di residenti era pari a quello attuale».

I rientranti, le cittadinanze e gli ucraini

Nel corso del 2021 – il passaggio sui movimenti migratori – sono riprese «le iscrizioni sia da altri comuni italiani che dallestero e anche le cancellazioni anagrafiche. Sono 509 i nuovi residenti provenienti dallestero e di questi 56 italiani che sono tornati in patria; i residenti che hanno deciso di trasferirsi in un altro comune italiano sono stati 1.631 mentre quelli che sono andati all‟estero 269. Ad inizio 2022 i residenti con cittadinanza italiana2 sono scesi a 95.244, 719 in meno rispetto al 2020 mentre gli stranieri sono saliti a 13.844 (40 in più)». La componente straniera più numerosa continua ad essere quella romena; in calo gli albanesi, incremento dei flussi da Africa e Asia. «I residenti di cittadinanza ucraina, con forte prevalenza della componente femminile, rappresentano il 7% della comunità straniera presente a Terni e nei prossimi mesi questa percentuale è destinata ad aumentare considerevolmente». Il riferimento è al conflitto per l’invasione russa.

Sempre più vecchia

Terni è sempre più ‘vecchia’: «L’età media della popolazione si sposta sempre di più in avanti. Attualmente è di 48 anni e mezzo, con una considerevole differenza tra maschi e femmine. Non soltanto mediamente la popolazione – l’amara constatazione – ha un‟età avanzata ma Terni si posiziona tra le città italiane con popolazione più anziana e ai primi posti per percentuale di grandi anziani (ultra 75enni)». L’indice di vecchiaia è passato da 241 a 248, molto al di sopra della media nazionale e tra i più alti in assoluto in Italia. Gli over 65 sono il 27,4% contro il 23% a livello italiano; gli over 75% sono il 15% sul totale. Nel territorio comunale risiedono poco meno di 52 mila famiglie.

Le imprese: giù quelle commerciali

C’è una parte dedicata alle imprese. Al 31 dicembre 2021 ne erano attive 8.781: «Continua il trend positivo – viene specificato – iniziato dal 2018 dovuto al saldo positivo tra iscrizioni e cessazioni. Nel 2021 sono cessate 428 imprese mentre le iscrizioni sono state 641. Il numero di unità locali «risulta in crescita, +1,6% rispetto al 2020, sotto la spinta in particolare di alcuni settori quali le costruzioni (+4,9%) la sanità e altri servizi sociali (+8,4%) o le attività immobiliari, di informatica noleggio e ricerca (+ 3,1). Il settore più consistente rimane sempre quello del commercio anche se negli ultimi anni ha registrato una flessione. Nel corso del 2021 sono cessate 131 imprese commerciali a fronte di 103 nuove iscrizioni».

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