Terni: «Università è nel baratro». «Falso»

L’associazione ‘Per Terni città universitaria’: «I corsi sono a rischio. Assordante il silenzio della politica». Fabio Paparelli: «Grande attenzione al ruolo»

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«L’università a Terni sta vivendo un momento drammatico. Lo diciamo da mesi, circondati da un fragoroso silenzio». Per Attilio Luccioli, a nome dell’associazione culturale ‘Per Terni città universitaria’, ora non c’è più tempo da perdere: «La spaccatura tra la politica e il polo universitario ormai è netta. Giunti a questo punto giudichiamo ormai improcrastinabile l’intervento urgente della presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, titolare della delega all’università».

Terni città universitariaLe risorse «Sull’orlo del baratro il futuro dei corsi di laurea in Economia, Ingegneria e quelli narnesi di Scienze  dell’Investigazione. Tutti a rischio chiusura». Il Consorzio universitario «non dispone più delle risorse necessarie a stipendiare i ricercatori e quindi mantenere intatti i tre corsi di laurea. La cifra che occorre si aggira intorno ai 520 mila euro. Da evidenziare che la chiusura dei corsi comporterebbe il trasferimento degli studenti nella sede di Perugia».

Scienze Politiche L’esperienza dell’università a Terni, secondo Luccioli, «rischia di tornare a vivere quanto accaduto anni fa per Scienze Politiche, quando gli studenti iscritti al corso ternano di sono ritrovati dall’oggi al domani senza più sede, costretti a sostenere gli esami a Perugia, con il relativo e problematico trasferimento. Alcuni di loro sono stati anche costretti a laurearsi in ritardo, proprio a causa della lenta burocrazia».

Gli iscritti «Ad aggravare ulteriormente la situazione universitaria è il calo degli iscritti. Se nell’anno accademico 2009/2010 era 3178 in totale, oggi sono 2172. Solo rispetto allo scorso anno, si è registrato un crollo del 17%, frutto anche della situazione di estrema incertezza che si vive in questo momento».

La politica Attilio Luccioli «da parte della presidente Marini è stato registrato soltanto un assordante silenzio. Ora serve chiarezza, risposte e sopratutto piani per potenziare la realtà universitaria ternana. L’atto d’indirizzo, deliberato a gennaio dalla giunta comunale di Terni, in cui si impegnavano giunta e sindaco a creare una fondazione per il polo universitario entro il 31 maggio 2016, non ha ancora prodotto risultati. La scadenza , ricordo, è dietro l’angolo». Il sindaco, in qualità di presidente del consorzio universitario, «è chiamato a compiere passi decisivi per non disattendere l’atto d’indirizzo e per dare un futuro all’esperienza universitaria ternana. Così come il consiglio tutto».

Medicina «In un quadro così allarmante non va sottaciuto un altro rischio che si affaccia all’orizzonte, con la possibile soppressione del corso di laurea in Medicina e chirurgia a Terni. Se, infatti, in Umbria si costituisse un’unica Azienda universitaria ospedaliera, tutti gli studenti iscritti al corso potrebbero essere costretti a trasferirsi a Perugia per seguire le lezioni e per sostenere gli esami. Oppure, in alternativa, abbandonare il corso».

La riorganizzazione territoriale Attilio Luccioli conclude ricordando che «il quadro negativo che si prospetta per l’università a Terni, diventa ancor più drammatico se si guarda a una riorganizzazione territoriale nazionale. Con l’ipotetica istituzione delle ‘macroregioni’ cosa succederà all’università? Potrebbe essere concentrata in un unico sito?».

Fabio Paparelli

Fabio Paparelli

Paparelli «Non è vero che c’è assordante silenzio, anzi è vero il contrario: da parte della Regione Umbria c’è sempre stata grande attenzione al ruolo dell’università a Terni». È quanto afferma il vice presidente della giunta regionale, Fabio Paparelli: «Va però precisato – aggiunge – che la programmazione e gestione dei corsi universitari è competenza esclusiva dell’università degli studi, né potrebbe la Regione intervenire direttamente nel sostenere il salario di ricercatori e/o docenti. La Regione semmai interviene, nel quadro di accordi e programmi, per finanziare specifici progetti di ricerca, come peraltro ciò è sempre avvenuto, e nello specifico caso di Terni, con cospicui finanziamenti. Disponibilità questa – prosegue – che la Regione riconferma, con la disponibilità altresì a valutare progetti che dovessero giungere dall’università degli studi».

Medicina Per ciò che riguarda la facoltà di Medicina, «la Regione ha sempre garantito pari dignità nei rapporti con le Aziende ospedaliere universitarie. Anche nell’ambito del percorso per il riconoscimento del territorio Terni-Narni quale  area di crisi complessa – dice ancora Paparelli – l’università, se lo vorrà, potrà svolgere un ruolo importante nell’ambito di programmi per sostenere la ricerca universitaria. Riteniamo perciò necessario un confronto tra istituzioni locali ed università, dal quale ci attendiamo di conoscere quali indicazioni verranno per il rafforzamento del polo universitario a Terni».

Raffaele Nevi

Raffaele Nevi

«Dichiarazioni preoccupanti» Sull’argomento è intervenuto anche il capogruppo regionale di Forza Italia, Raffaele Nevi: «Visto che il sindaco di Terni è preso solo da come aumentare le tasse ai ternani, si è dimenticato che l’università a Terni – se la Regione continua ad infischiarsene – entro giugno chiude i battenti. Lo diciamo da tempo che occorre che la Marini si metta intorno ad un tavolo con il rettore e chiuda un accordo complessivo che sia duraturo e che possa consentire a Terni e Narni di poter consolidare e sviluppare la presenza dei corsi a Terni. Sono preoccupanti le dichiarazioni di Paparelli che oggi sembra voler scaricare sull’università le difficoltà, ma è un giochino folle che ci porterà al disastro, quindi la speranza è che Paparelli invece di chiacchierare sui giornali, convinca la Marini a istituire immediatamente un tavolo di confronto. A noi interessa sapere quale attenzione porrà la Regione su Terni adesso e nel prossimo futuro, per evitare che tutti gli sforzi fatti dalla città siano completamente vanificati in un momento peraltro molto complesso per la realtà di Terni e Narni. Venerdì presenterò – conclude Nevi – un’interrogazione urgente per fare in modo che la Marini ci dica veramente quali iniziative intende mettere in campo per scongiurare la chiusura dei corsi».

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