Terni, via al processo per Briccialdi ‘statale’

Terni, i vertici dell’istituto musicale si dicono «molto sollevati e moderatamente festosi» per emendamento alla Legge di bilancio che avvia l’iter

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di Fra.Tor.

«Fermo restando che la Legge deve fare tutto l’iter parlamentare, siamo molto sollevati e moderatamente festosi». La presidente del ‘Briccialdi’ di Terni, Letizia Pellegrini, commenta così – senza entrare nel merito della polemiche delle ultime ore – la notizia relativa all’approvazione dell’emendamento alla Legge di bilancio che potrebbe portare alla statalizzazione dell’istituto musicale.

PARLA LA PRESIDENTE LETIZIA PELLEGRINI – IL VIDEO

Precisazioni Il presidente prima di tutto ha voluto fare delle precisazioni. «L’Istituto superiore di studi musicali Briccialdi di Terni al momento – ha spiegato – è ancora una creatura ibrida che è nata da una Legge del 1999 nella quale a tutti gli istituti, comunali o di altro genere, che erano parificati al Conservatorio di Stato, veniva conferita una veste per la quale si trasformavano in Istituti superiori di studi musicali. Quella Legge prevedeva anche la loro statalizzazione che però non è mai stata fatta; il percorso si era fermato tanto che noi oggi siamo un Ente di diritto pubblico».

La situazione debitoria «Sono molto felice del fatto che sia avviato questo processo di statalizzazione in modo concreto perché, oltre a risolvere dei problemi finanziari, ci risolve anche il problema di assetto diventando Conservatorio di Stato». La Pelligrini poi aggiunge, senza peli sulla lingua, che «chi ha amministrato il Briccialdi prima di me non ha fatto fronte alla riduzione di finanziamenti comunali reperendo altre risorse e questo ha generato una gravissima situazione debitoria».

Verso la statalizzazione A partire dal 2018 ed entro il 2020 «i 18 istituti coinvolti saranno finanziati dallo Stato con 50 milioni di euro – 5 milioni nel 2018; 10 nel 2019; 35 nel 2020 – per arrivare al 2020, quando sarà concluso il processo di statalizzazione, alla copertura totale degli stipendi del personale da parte dello Stato. Al momento quindi è improprio dire che siamo stati statalizzati, ma si può dire che si è finalmente aperto il processo di statalizzazione».

Il lavoro da fare Il presidente Pellegrini sottolinea poi che «da oggi per noi comincia un nuovo modo di lavorare perché avuto lo stanziamento con la finanziaria si aprono molti scenari. Come si applica la legge e in che proporzione verremo progressivamente statalizzati? Il Governo dovrà suddividere le risorse tra i 18 Istituti e tutto questo implica una negoziazione sulla base della situazione corrente e sulla quale, appunto, dobbiamo lavorare nei prossimi mesi perché la statalizzazione sia risolutiva per la messa in sicurezza dell’Istituto. Ora che la legge c’è bisogna quindi fare in modo che questi soldi vengano ripartiti presto e bene, tutelando prima gli istituti che rischiano di più».

Non solo Legge Un altro piano su cui lavorare, evidenzia infine Letizia Pellegrini, «è anche quello locale, ovvero va riscritta la convenzione con il Comune di Terni e ridefiniti i rapporti, sempre nell’ottica che i soldi pubblici non vanno sprecati, cercando di avere quello di cui abbiamo bisogno per tenere la struttura ad un livello decoroso. Ma c’è da lavorare sopratutto con la Regione Umbria, che ricordo ha già stanziato 150 mila euro l’anno per tre anni, perché facendo un po’ di conti la cifra che ci arriva dalla Regione ci premetterebbe in 6 anni di estinguere il debito corrente».

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