Non è un recupero vitale né tantomeno di enorme rilevanza, chiaro, ma rappresenta comunque l’ennesima storia di una struttura in stand-by da anni e che, per ora, sembra destinata a rimanere in questo stato. È l’unica opera pubblica ufficialmente incompiuta nell’area – le altre due sono periferiche, riguardano il completamento dei lavori in strada della Fonte e il giardino all’altezza del nuovo parcheggio a Collestatte – di Terni, ormai da anni inserita nell’elenco di palazzo Spada: è la palazzina in via San Nicandro 78, a pochi passi da via Carrara, in perenne attesa di un restyling rimasto al palo a causa del fallimento dell’impresa appaltatrice. Non è recente: il contratto con il Comune risale al 12 giugno del 1996.

I fondi mancanti
La palazzina rientra oltretutto nell’elenco degli immobili per cui è stata disposta l’alienazione – gennaio 2017 – e che ovviamente nessuno ha intenzione di prendere in queste condizioni. Come detto la storia parte dal 1996 con l’accordo sottoscritto tra il Comune e la Domitiana costruzioni srl, società campana che avrebbe dovuto completare l’intervento di recupero dell’immobile: tutto precipitato nel giro di poco tempo, fallimento e situazione ‘ghiacciata’. A livello economico si parla di un’operazione da 570 mila euro e l’amministrazione ha messo ‘nero su bianco’ il fatto che per ultimare i lavori occorre tirar fuori 350 mila euro. L’ultimo quadro economico è stato aggiornato tre anni fa e non è escluso che tale cifra possa aumentare. A dare un’occhiata all’interno – c’è modo di scorgere qualcosina – c’è un discreto caos, inevitabile.

I locali e l’alienazione
Difficile ipotizzare – parliando di edilizia residenziale – che la faccenda possa sbloccarsi a stretto giro. La percentuale di avanzamento dei lavori è ferma al 24% e non c’è possibilità di un utilizzo per ridimensionamento dell’edificio, seppur nel piano delle incompiute sia specificato che «si intende riprendere l’esecuzione dell’opera per il cui completamento non sono necessari finanziamenti aggiuntivi». Per questo motivo l’assessorato alle politiche sociali – Marco Cecconi è il ‘titolare’ – del Comune è in contatto con l’Ater per cercare di recuperare e sistemare gli immobili: in generale sono sei alloggi – il valore di alienazione è pari a 382 mila euro – e un locale commerciale, stimato in 263 mila euro. L’ultima volta se ne discusse in un question time di inizio 2014, quando l’allora consigliere d’opposizione Enrico Melasecche chiese lumi a Silvano Ricci: «La situazione – disse all’epoca – non è ancora risolta, ma nel nuovo piano delle opere pubbliche il completamento dell’intervento è inserito tra le opere da finanziare affinché questa vicenda venga chiusa una volta per tutte, perché in città c’è bisogno di alloggi specie in centro». Non è cambiato granché a quanto pare.