Terremoto, alberghi e sfollati: quale futuro?

A più di tre mesi dal sisma sono ancora più di duemila le persone fuori casa. Entro il 30 marzo, le strutture dovranno decidere se rinnovare la convenzione

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Più di duemila persone, in Umbria, ricevono ancora l’assistenza da parte della Protezione civile. Secondo gli ultimi dati diramati, infatti, 600 sono ancora ospitate nelle strutture ricettive, 930 negli alberghi dislocati tra Perugia, Spoleto, Terni e il lago Trasimeno mentre sono meno di trecento quelle alloggiate tra Mapre, container e camper.

Le scadenze Mentre procedono i lavori di urbanizzazione per la messa a punto delle casette, quelle già arrivate e quelle che saranno consegnate in primavera, si inizia però a fare i conti con le prime scadenze. Da venerdì 10 febbraio, infatti, come indicato nella circolare firmata dal capo dipartimento della Protezione civile, dovrebbero lasciare gli alberghi tutte quelle famiglie la cui casa risulti ormai agibile. Mentre a partire da marzo termineranno le convenzioni in atto con le strutture alberghiere. E in questo caso, cosa hanno intenzione di fare gli alberghi?

Poca informazione A Perugia come al Trasimeno le notizie ufficiali sembrano ancora non essere arrivate. Ma il problema inizierà a porsi a breve, con l’arrivo della primavera e con l’aumento delle prenotazioni nelle strutture, questa almeno è la speranza degli operatori. Così, infatti, all’hotel Il Perugino di Corciano nessuno sa niente. «Sapevo che era stata allungata la scadenza – spiegano dalla reception – dati gli ultimi problemi di maltempo e le nuove scosse. Ma spero che chi di dovere informi sia gli ospiti che le strutture ricettive». Gli sfollati della struttura al momento sono 42, alcuni dei quali, secondo quanto riportano, hanno avuto di nuovo l’agibilità per la casa. «Ma anche su questo nessuno ha dato indicazioni precise – spiegano – quindi non so se gli ospiti lasceranno la struttura oppure no».

Perugia I pagamenti, nel frattempo, sono arrivati col contagocce. E se la struttura ha iniziato ad accogliere gli ospiti a partire dal 1 novembre, il primo e unico pagamento arrivato è stato a fine gennaio e relativo solamente al primo mese. Fatture emesse regolarmente anche da parte del Park Hotel di Ponte San Giovanni, dove gli ospiti sono 30, ma si è ancora in attesa del saldo dei conti. Dopo il calo delle prenotazioni causato dall’errato binomio mediatico ‘Umbria, regione terremotata’ dall’hotel spiegano: «la nostra struttura ha ampia disponibilità di camere che metteremo sicuramente a disposizione in caso di richiesta diretta da parte della Regione e, in misura compatibile, con gli impegni e le prenotazioni in essere». Ampia anche la disponibilità da parte de Il Perugino a rinnovare la convenzione, nonostante piccoli segnali di ripresa ci siano stati e si corre il rischio che poi, le camere, potrebbero non esserci più. Cosa faranno allora tutti gli sfollati ad oggi ospitati negli alberghi?

Trasimeno Ad ‘Ali sul lago’ di San Feliciano, che attualmente conta 75 ospiti,  sembrano invece avere le idee chiare: la convenzione verrà rinnovata. Lo conferma il gestore della struttura, Massimo Chiucchiù: «Se ce lo chiederanno, noi lo faremo. Questa per noi è stata un’esperienza ottima, si è creata un’amicizia ed è difficile pensare di stare qui senza di loro, ormai siamo più una comunità che un albergo». Ma se il rapporto umano che si è instaurato tra i dipendenti dell’hotel e gli sfollati – prevalentemente di Norcia – è sicuramente buono, è altrettanto soddisfacente l’aspetto economico? Per il signor Chiucchiù, tutto sommato sì. «Non ci sono guadagni enormi – spiega – però abbiamo lavorato tutto l’inverno, quando di solito siamo chiusi. Loro ci danno una mano in certi aspetti, noi diamo una mano a loro in altri. Non ci possiamo lamentare». 

PARLA MASSIMO CHIUCCHIU’ – L’INTERVISTA

I guadagni Nell’albergo di San Feliciano, per gli sfollati si preparano ogni giorno colazione, pranzo e cena. Le spese non mancano e i soldi che dovrebbero arrivare dalla Regione Umbria – 40 euro al giorno per ogni sfollato – non sono ancora stati ricevuti, ma il signor Chiucchiù è fiducioso. «Siamo un po’ preoccupati perché siamo un’azienda piccola a conduzione familiare e da quando ci sono gli sfollati abbiamo speso 95 mila euro grazie al sostegno delle banche. I soldi prima arrivano e meglio è – chiarisce – ma penso che a giorni dovrebbero arrivare». Le fatture mensili vengono pagate dopo 60 giorni e considerato che a ottobre i terremotati hanno alloggiato solo due giorni, la scadenza per il pagamento di novembre era il 31 gennaio. «C’è stato qualche piccolo ritardo – minimizza l’albergatore – dovuto a problemi di fatturazione e allineamento delle liste».

Il calo del turismo Anche dopo il rinnovo della convenzione, non è ancora chiaro quanto tempo si tratterranno gli sfollati. Molti bambini sono iscritti alle scuole del comune di Magione, quindi è ipotizzabile che le famiglie con figli rimarranno almeno fino a giugno. Questo potrebbe giocare a favore degli albergatori, che in questo momento risentano del forte calo delle prenotazioni. «Purtroppo non ci aspettiamo una stagione fantastica dal punto di vista turistico – dice con un po’di preoccupazione il gestore dell’hotel – la Valnerina è associata a Perugia, che è associata all’Umbria. E anche se noi siamo a 130 chilometri di distanza, ne risentiamo. Siamo più vicini alla Toscana che a Norcia ma siamo umbri». E così le le gite scolastiche, che di solito occupavano tutto il periodo primaverile, sono sparite, se non fosse per un gruppo di adulti che arriverà per il ponte del 25 aprile. «Per il resto è deserto. Su questo bisognerebbe agire, il danno economico per noi sarà enorme, abbiamo un booking praticamente vuoto, anche se gli stranieri tengono. Di solito per Pasqua già da gennaio era tutto occupato, mentre ad oggi ancora non abbiamo una prenotazione». Il rinnovo della convenzione, quindi, potrebbe limitare i danni, anche dal punto di vista umano: «Rimanderemo il distacco, che sarà un momento davvero duro».

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