Terremoto: «Norcia città simbolo»

I danni sono stati importanti, ma «la buona ricostruzione del 1997» e, ancor prima, quella post-sisma del 1979, ha fatto sì che non ci fossero vittime.

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Ci sono ancora le strade chiuse, al confine tra l’Umbria e la Marche, a seguito dei danni causati dal violento sisma che, la notte tra martedì e mercoledì, ha fatto tremare quattro regioni.

La conferenza stampa al centro regionale di Protezione civile di Foligno

La conferenza stampa al centro regionale di Protezione civile di Foligno

I soccorsi Mentre la terra continua a tremare, più di trecento scosse sono state registrate nelle ultime ore, la macchina dei soccorsi ha iniziato a funzionare sin dalle prime ore del mattino, pochi minuti dopo la prima violenta scossa delle 3.36. E nel pomeriggio di mercoledì la presidente della Regione Catiuscia Marini ha indetto una conferenza stampa assieme al prefetto di Perugia Raffaele Cannizzaro per fare il punto della situazione. A Foligno, al Centro regionale di protezione civile, hanno partecipato all’incontro anche gli assessori regionali Luca Barberini e Antonio Bartolini assieme al sindaco di Norcia Nicola Alemanno. «Stiamo lavorando per dare risposte concrete alle richieste della popolazione. – ha detto la presidente Marini – Fra le prime azioni intraprese abbiamo allestito in via precauzionale alcune tende e circa mille posti letto per accogliere i cittadini che preferiranno trascorrere la notte fuori dalle proprie abitazioni. Intanto stanno procedendo le verifiche sulla stabilità sismica degli edifici, che richiederanno alcuni giorni».

Verifiche strutturali A lavoro, dalla notte scorsa, i sindaci con l’ausilio dei vigili del fuoco per definire l’interdizione di parti dei centri storici o delle frazioni in attesa delle verifiche strutturali che, prioritariamente, partiranno sugli edifici strategici, poi sulle abitazione e infine sui beni culturali. Per mettere in sicurezza la popolazione è stato istituito un centro operativo misto nel comune di Norcia a cui faranno capo anche i comuni di Monteleone di Spoleto e Preci. «Abbiamo messo in atto tutte le azioni necessarie per rispondere ai bisogni della popolazione – ha spiegato la presidente – a partire da anziani e disabili, anche quelli che stanno nelle proprie abitazioni, con il trasferimento, ove richiesto, in strutture ospedaliere».

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La sala operativa rimarrà aperta 24 ore su 24

Sala operativa Undici i comuni coinvolti in Umbria, dove «Istituzioni, vigili del fuoco, forze di polizia e servizi territoriali di protezione civile si sono messi subito all’opera per la gestione dell’emergenza», come ha riferito il prefetto Cannizzaro. La priorità è quella di incrementare la sistematicità delle verifiche nelle zone colpite per inibire l’accesso o l’utilizzo di strutture non sicure o per riconsegnarle alla piena fruibilità. «La sala operativa – ha annunciato il prefetto – continuerà a rimanere attiva 24 ore su 24 e ogni giorno alle 17 si terrà la riunione del Centro coordinamento soccorsi, con tutti i soggetti interessati. I comuni maggiormente colpiti – ha concluso – sono Norcia, Preci, Monteleone di Spoleto e Cascia, per numero più rilevante di persone ed edifici coinvolti in quanto più prossimi all’epicentro, e in parte Spoleto».

Massi caduti a Castelluccio

Massi caduti a Castelluccio

I precedenti Un terremoto che ha richiamato alla mente quello del 1997 nella popolazione umbra, nonostante fosse stato d’intensità minore provocando la morte, tra Umbria e Marche, di undici persone. «Ha fatto ripiombare Norcia in un incubo – ha sottolineato il sindaco Alemanno – e ci ha ricondotto alla necessità di tornare a ricostruire partendo dalle persone e dalla comunità locale».. Nell’evidenziare come il sistema di protezione civile dell’Umbria sia tra i migliori a livello nazionale, Alemanno ha sottolineato che la qualità della ricostruzione realizzata dopo i sismi del 1979 e del 1997, ha consentito di evitare che il nostro territorio e i nostri cittadini subissero la stessa tragedia dei comuni limitrofi. Oltre a Norcia, sono state particolarmente danneggiate le frazioni di Castelluccio, San Pellegrino e Frascaro. «Sono certo che la nostra comunità saprà reagire anche a questa emergenza”.

E’ Norcia, infatti, la città simbolo del terremoto che, nelle Marche e nel Lazio, ha portato morte e distruzione. I danni sono stati importanti ma, come è stato ricordato durante la conferenza, «la buona ricostruzione del 1997» e, ancor prima, quella post-sisma del 1979, ha fatto sì che non ci fossero vittime. E proprio a Norcia, mercoledì, è stato registrato l’epicentro di una delle scosse più forti delle giornata, una alle 4.32, di magnitudo 5.1, e un’altra alle 4.33 con magnitudo 5.4. La città, nel periodo estivo, era piena di turisti e «le case antisismiche hanno retto nonostante le lesioni» come ha riferito l’assessore comunale Giuseppina Perla.

Danni ingenti a Norcia

Danni ingenti a Norcia

Danni Crepe sui muri delle abitazioni private, lesionata la basilica di San Benedetto, danni anche alle mura storiche e crolli a Castelluccio e nella frazione di San Pellegrino, tra le più danneggiate assieme ad alcuni comuni della Valnerina tra cui Preci, dove risulta inagibile una parte del palazzo comunale. Intanto nella zona la Protezione civile sta allestendo un campo con 700 posti letto anche per tutti i cittadini che, usciti di casa già durante la scorsa notte, preferiscono ancora non rientrare. Mentre si continuano a cercare, sotto le macerie di Amatrice, i due coniugi di Orvieto di cui non si hanno più notizie da ieri e che erano ospiti all’Hotel Roma. Mentre nulla è stato possibile per salvare un’intera famiglia originaria di Todi.

Le vittime «Speriamo che la macchina dei soccorsi, che sta alacremente lavorando, ci dia al più presto notizie positive del loro ritrovamento. In questo momento siamo tutti vicini alle loro famiglie – ha detto la Marini – Voglio esprimere la mia personale solidarietà, quella delle istituzioni umbre e della comunità regionale ai sindaci, ai cittadini e alle famiglie delle Marche e del Lazio che hanno avuto vittime. Anche in questo frangente l’Umbria, su richiesta della protezione civile nazionale sta dando il suo contributo per il superamento delle criticità sanitarie emerse in questi territori».

Strade interrotte

Strade interrotte

Viabilità E intanto la polizia municipale è ancora al lavoro per ripristinare, quanto prima i danni alla viabilità. E’ ancora chiusa la statale 685 tra Sant’Anatolia di Narco e Cerreto di Spoleto, bloccata al traffico anche la strada Tra Spoleto e Norcia dal chilometro 38 al 32, dove nella galleria Paramassi c’è stato un cedimento di materiali, chiusa anche dal chilometri 21 al chilometro 7 la strada tra Norcia e il confine Marche-Umbri per cedimento del viadotto. Transito regolare nel tratto Terni Norcia della statale 685 mentre è ancora bloccata per i massi caduti la provinciale 477 tra Norcia e Castelluccio. Anas e Provincia di Perugia stanno provvedendo, per la parte di propria competenza, a verificare la situazione delle due infrastrutture e comunicheremo appena possibile i tempi di ripristino.

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