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Home » Tk-Ast e giornalisti: «Cosa si nasconde?»

Tk-Ast e giornalisti: «Cosa si nasconde?»

di Marco Torricelli
24 Febbraio 2015
in Ast, In evidenza, Opinioni
Tempo di lettura: 2 minuti di lettura
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di Andrea Liberati (M5S)

Mrs. Thyssen, Lucia Morselli, anziché dilettarsi nello sport che più le si attaglia – cacciare persone – dovrebbe esercitare particolare prudenza alla luce delle reiterate mancanze già segnalate da Arpa e Provincia di Terni in merito agli ‘standard ambientali’ disattesi, prescrizioni Aia bellamente ignorate.

E ciò senza nemmeno evocare l’apertura di una vertenza occupazionale totalmente irrispettosa della nostra storia di comunità mite, non di rado ridotta a carne da macello, comunità di umili lavoratori che hanno pagato e continuano a pagare il prezzo di responsabilità altrui.

Né la cattura dei ladri di acciaio è bastata a rallegrare mrs. Thyssen, nonostante la sollecitudine mostrata dalla procura, solerzia che viceversa a Prisciano, per i problemi cagionati proprio da Thyssen, bramano da ‘appena’ 20 anni.

Intanto, dopo l’odierno attacco ai lavoratori e alla libera stampa, sappia Mrs. Thyssen che raddoppieremo gli sforzi per diffondere in ogni sede i dati Arpa appena giunti, relativi alla contaminazione dell’aria dell’intera Conca ternano-narnese, vero inferno dei metalli pesanti.

Anzitutto la nuova centralina di Prisciano attesta quel che sospettavamo: in quell’area insiste un’altissima concentrazione di nichel e cromo. In particolare, eccetto agosto e novembre, il nichel è costantemente a un livello pressoché pari al doppio rispetto al tasso di allarme stabilito dalla normativa europea (20 ng/m³), oltre il quale l’aria è considerata di qualità scadente.

Né sorprende che, a novembre, durante lo sciopero, tutti i metalli pesanti nell’aria siano invece caduti fino a 35 volte (trentacinque!!!) rispetto al mese precedente, confermando pertanto cosa ci sia soprattutto nel Pm 2,5 di Terni.

Sarebbe però un errore limitarsi a Prisciano. Infatti pure nel centro di Terni la centralina di Carrara registra una media annuale 2014 pari al livello massimo tollerato dall’Europa (19,4 contro 20 ng/m³), con una qualità dell’aria dunque anche qui pressoché ‘scadente’, nonostante i circa tre chilometri di distanza dai forni di fusione.

Parimenti a Carrara i valori del nichel precipitano a novembre, essendo praticamente assimilabili a quelli di altre città dell’Umbria nord. E il centro città, come immaginavamo, subisce l’impatto siderurgico ben più di Le Grazie.

Pazzesco è tuttavia che la criticità si presenti anche a molti chilometri di distanza.

I numeri di Narni e Amelia, grazie pure a qui a nuove centraline, raccontano parimenti come il cromo nell’atmosfera –Tk-Ast ne è prima sorgente in Italia secondo il Registro E-PRTR- stia ammorbando i cieli di località particolarmente distanti dagli impianti siderurgici.

L’Oms, nella Air quality guidelines, individua una precisa media annua di livelli di cromo:
■ per aree rurali: 0,3 ng/m³
■ per aree urbane: 4,7 ng/m³
■ per aree industriali: 5-200 ng/m³. Ecco: anche Amelia sarebbe dunque area industriale?

Questa situazione dovrebbe imporre un’urgente messa in sicurezza di impianti che rappresentano un evidente rischio per lavoratori e residenti. Messa in sicurezza e bonifiche costituirebbero occasione di sviluppo e rilancio, ma i tedeschi e le loro quinte colonne italiche sembrano interessati a desertificarci, riservando le prospettive di lavoro al Nord Europa.

Intanto politica e magistratura italiche, ognuna per le proprie competenze, stanno a guardare

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