Tra centro e periferia: istruzioni per l’uso

Facile decidere se sia meglio l’uno o l’altra. Facile? Mica tanto, a pensarci bene

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di Walter Patalocco

Bella la periferia. Bello quando si fa sera vedere le strade vuote, le luci dei lampioni che si stagliano contro le sagome scure dei palazzi, le saracineche chiuse, le luci dei pochi negozi spente.

E che bel silenzio, rotto solo da qualche motorino che passa, dalle auto che accelerano perché all’incrocio il semaforo è diventato verde. E che belle dormite, la notte! Un silenzio che assorda, peccato che alle 3 o alle 4 del mattino passino i mezzi dell’Asm a raccogliere l’immondizia. E già perché quando fanno quelle manovre coi cassonetti ne fanno di rumore… Colpa di chi lavora all’Asm e passa a quell’ora di notte? Un po’ sì, anche colpa loro. Potrebbero fare tutto con un po’ di delicatezza: qui c’è gente che dorme.

Però la colpa maggiore e di quegli altri che abitano nella zona: buttano via l’immondizia e poi per forza qualcuno deve passare a raccoglierla. E poi sono tanti a fare così: tante famiglie abitano in periferia, e ognuna butta un sacchetto. Per forza che poi debbono venire col camion a raccoglierla. Se eravamo in pochi ad abitare in questa zona sarebbe bastato l’apetto elettrico, che non fa rumore e i sacchetti li potevano anche raccogliere a mano, come in centro.

Comunque sia non lamentiamoci, via. Noi possiamo dormire tranquilli. Anzi dobbiamo, perché domani per andare a lavorare in centro – chi fa il commesso, chi l’impiegato, chi va in qualsiasi ufficio, chi va a scuola… – bisogna prendere l’autobus, accalcarsi perché è l’ora di punta. O partire in anticipo se si va in macchina perché ai semafori si fanno lunghe file.

Sai che noia quelli del centro che si alzano sempre all’ultimo minuto, al lavoro a piedi, una sosta al bar lungo la strada, oppure inforcare la bicicletta:pedalare ti tiene in forma e poi fa tanto trendy se hai l’accortezza di prendere una bici di quelle di moda: l’arietta fresca a primavera… E quando piove? Beh, l’ombrello e via, e nemmeno devi stare ad aprirlo e chiuderlo continuamente per salire in autobus e sulla macchina.

Invece da qui andare in bici in centro significa arrivare sudati, scarmigliati e non sempre va bene. Senza contare che, poi, nonostante le piste ciclabili che stanno un pezzo di qua e un pezzo di là della strada, corri sempre il rischio che una macchina ti investa, che un motoscooter ti strisci e ti butti per terra… Sembra che tutti siano in ritardo.

No, meglio l’autobus o la macchina. Ma poi con la macchina bisogna parcheggiare chissà dove, perché in centro ci vanno quelli che hanno il permesso o i residenti: ah quelli sì. Parcheggiano sotto casa, lasciano lì l’auto per settimane intere. E’ vero hanno ragione a lamentarsi perché gli fanno pagare una tariffa risibile per occupare sei–sette metri quadrati a loro piacimento, ma certo, per loro è più difficile provare il brivido di non trovarcela più la macchina. Perché se uno deve rubarne una la cerca in periferia. In centro, con tutta quella gente che pure di notte va girando, come fai a essere sicuro che nessuno ti veda.

In periferia, male che vada un finestrino sfondato si rimedia. Ma a noi la macchina ci serve, perché va bene che c’è il centro commerciale vicino, tanto e vero che spesso manco possiamo parcheggiare, ma certe spese bisogna andarci in centro a farle. Oppure la banca, per dire. Non è che scendi giù un attimo e te la trovi lì.

Però che dormite in periferia! Si a volte chi passa coi cani dimentica la paletta; sì le strade non si spazzano con la costanza e la cura del centro, ma pazienza. Però la notte che bel deserto.

Uno potrebbe anche farsi un giro in tutta tranquillità, può solo succedere che qualcuno ti osservi con sopetto da dietro le tapparelle, anche se Terni non è il bronx, manco in periferia.

Il rischio che corri, il maggiore, è che ti venga la depressione, gli attacchi di panico per la solitudine. Ti va un caffè? Bisogna arrivare fino al distributore di benzina… No, meglio il divano e la tv, sperando di non accorgersi all’improvviso di aver finito le gassose.

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