Abbassamento dei livelli produttivi e riduzione degli organici tecnologici, anche se per un periodo temporaneo: la direzione di Ast ha dovuto prendere decisioni drastiche per far fronte alla diminuzione dei volumi del tubificio di Terni, dove le difficoltà di mercato e alcune scelte commerciali stanno mettendo a dura prova la divisione dell’acciaieria.
La decisione
In un incontro con le rsu, i vertici aziendali avrebbero fatto una sorta di mea culpa, spiegando che riempire i magazzini con materiale, con il conseguente aumento delle giacenze e ripetuti fermi impianti, ha portato all’attuale situazione, che richiede una riorganizzazione temporanea. Alcuni avoratori quindi verranno ricollocati in altre aree in attesa di riacquistare i volumi produttivi. Nello specifico 5 lavorato riverranno ricollocati al reparto Lac entro la fine del mese di ottobre e per aumentare la turistica a 21 turni e altri 5 verranno ricollocati in una seconda fase entro la metà del mese di novembre .
Il commento
In una nota informativa la rsu spiegano di aver «più volte evidenziato e ribadito che strategie non chiare, mercati non definiti e perdita di ordini avrebbero generato un indebolimento della dvisione tubificio esponendolo a possibili rischi». «Auspichiamo – continuano i delegati di fabbrica -, che nei prossimi incontri sia fatta chiarezza rispetto alle strategie commerciali e produttive e che nell’incontro del 29 ottobre prossimo, relativo al piano industriale, ci siano garanzie di prospettiva futura per l’intero sito ternano e per quello che da tutti era considerato il fiore all’occhiello di Ast ».