di Giovanni Cardarello
L’Italia è sempre più un Paese a due velocità. Da un lato le regioni del nord corrono, sia a livello di Pil che di reddito, quanto le più importanti omologhe europee; dall’altro lato le regioni del sud e del centro scivolano sempre più un basso. A partire, purtroppo, dall’Umbria. Il dato arriva dal report ‘Salary Outlook’ dell’osservatorio Job pricing, riportato con grande evidenza dal quotidiano ‘Il Messaggero-Umbria‘. Ed è un dato economicamente e, in potenza, socialmente drammatico.
L’Umbria, infatti, si piazza al dodicesimo posto, incagliata tra Marche e Abruzzo e poco sopra le regioni del meridione. Il dato complessivo della Rga – la retribuzione globale annua quella che comprende anche premi, bonus e variabili – è di 29.952 euro. A spingere in basso il cuore verde d’Italia, i dati di operai e dirigenti. I primi, secondo quanto scrive Il Messaggero, «rappresentano oltre il 90% dei lavoratori in imprese private» e in Umbria guadagnano in media 123 euro in meno al mese, segnando un -5,9% rispetto al dato italiano. I dirigenti «con una paga annua di 102.859 euro, in media guadagnano l’11% in meno rispetto al dato nazionale». Estremamente negativo anche il dato dei quadri aziendali, «la cui retribuzione annua è di 55.301 euro, il 6,8% sotto la media».
Gli unici, seppure in un contesto negativo, a ‘salvarsi’ sono gli impiegati che con 33.518 euro di Rga, «presentano il livello più vicino alla media italiana (-1,3%). Questo valore è merito di un aumento medio di 1.495 euro «registrato nell’ultimo anno». Un +4,7% che si colloca come il miglior dato a livello nazionale. Da segnalare, infine, che il dato medio della Rga del 2024 è comunque in crescita di 1.045 euro rispetto al dato del 2023, «con una variazione positiva del 3,6%» rispetto ad un dato nazionale del +3% ma comunque insufficiente a colmare il divario dalle altre regioni e a disincagliare l’Umbria dalle basse posizioni. Il lavoro del nostro territorio, infatti, resta in media di «2.450 euro in meno rispetto al dato nazionale». Una zavorra che è vero e proprio piombo nelle ali, non solo della crescita ma anche di una ripresa economica e occupazionale che, a dispetto della narrazione prevalente e ad una crescita reddituale del 14,6% nel decennio 2015-2024, è ancora di la da venire.