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Home » Vendita Ast, Fim e Fiom: «Il Governo non stia a guardare»

Vendita Ast, Fim e Fiom: «Il Governo non stia a guardare»

di Simone Francioli
31 Agosto 2021
in Ast, Economia, Imprese, In evidenza, Lavoro
Tempo di lettura: 2 minuti di lettura
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«Sul processo di vendita di Ast il governo non può restare a guardare»: è questo l’appello che Simone Liti, segretario generale Fim Cisl Umbria, e Alessandro Rampiconi, segretario generale della Fiom Cgil di Terni, hanno rivolto al vicesegretario del Pd nazionale, Giuseppe Provenzano, nel corso dell’incontro andato in scena in fabbrica, lunedì pomeriggio, nell’ambito della visita in Umbria dell’esponente democatico.

TUTTO SU AST

Alessandro Rampiconi

«No a dannosi spezzatini»

Insieme alle rsu di stabilimento, i rappresentanti di Fim e Fiom hanno colto l’occasione per dar voce ai lavoratori – in un momento particolarmente delicato per il sito di viale Brin e in cui regna l’incertezza – e hanno rimarcato «i ritardi e i silenzi delle istituzioni locali, del Governo nazionale e più in generale di tutta la politica, al netto di qualche meritevole azione di singoli parlamentari nazionali ed europei che hanno interessato alcuni commissari europei sul dossier Ast». «Abbiamo ribadito al vicesegretario del Pd che Acciai speciali Terni deve essere ceduta ad un player industriale capace di competere sui mercati globali, a cui non interessa la mera speculazione finanziaria – spiegano Liti e Rampiconi -. La stessa cessione deve avvenire nel complesso del ciclo integrato, scongiurando dannosi spezzatini e salvaguardando gli assetti industriali e i livelli occupazionali e salariali, sia dei lavoratori diretti che dell’indotto». Su questi punti, secondo Fim e Fiom, «può e deve giocare un ruolo centrale il governo nazionale, chiamato ad avviare una interlocuzione con la multinazionale ThyssenKrupp per capirne le strategie di fondo, a partire dal perimetro di vendita».

Simone Liti

La carta della produzione ‘green’ di acciaio

«Non è possibile che da quando si è insediato il governo Draghi il Mise non abbia mai convocato le parti per verificare l’accordo ponte e gli sviluppi della fase 1 e poi della fase 2 della vendita – insistono i segretari di Fim Cisl e Fiom Cgil -. La richiesta del tavolo ministeriale è stata fatta al sindaco di Terni il 22 aprile 2021 e alla presidente della giunta regionale il 15 giugno 2021». Fim e Fiom, inoltre, hanno chiesto un intervento affinché il Governo nazionale, e in modo particolare il ministro dello Sviluppo economico, «chiariscano la posizione in ordine alla produzione, più volte definita strategica, degli acciai speciali». I segretari hanno infine contestualizzato la vendita di Ast nello scenario più generale che interessa il territorio ternano, dove insiste ancora l’area di crisi complessa e in vista dei finanziamenti europei del Pnrr. «Abbiamo l’occasione di rendere ancora più green la produzione di acciaio attraverso nuovi processi e fattori localizzativi, come la piattaforma logistica per il trasporto su mezzi meno impattanti delle materie prime e dei prodotti Ast – hanno osservato Liti e Rampiconi – e più in generale di stimolare la realizzazione di opere infrastrutturali sia materiali che immateriali per rendere competitiva non solo Ast ma l’intero il territorio».Il vicesegretario Provenzano, nel recepire le istanze proposte, ha assicurato – riferiscono sempre Fim e Fiom – che, nonostante si sia di fronte ad un accordo tra privati, il Governo può mettere paletti e favorire soluzioni che vadano incontro alle esigenze dei lavoratori, delle imprese e di un’intera comunità».

Terni, Provenzano (Pd): «No allo ‘spezzatino’ di Ast. Serve chiarezza»

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