Costa Concordia addio: «Vivi per miracolo»

I primi giorni di settembre la nave sarà portata all’asciutto per essere distrutta definitivamente. Da Terni la storia della famiglia Trotti, a bordo la notte del naufragio

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di Alessandra Vittori

È arrivato il momento. La Costa Concordia farà il suo ultimo viaggio i primi giorni di settembre. Il relitto dal molo ex Superbacino di Genova, dov’è attualmente ormeggiata, si sposterà al bacino 4. Qui, all’asciutto, sarà definitivamente demolita. Lo scafo è ormai ridotto al minimo. I ponti sono stati tagliati ed è in grado Costa Concordia2di galleggiare solo grazie ad alcuni compartimenti stagni. E mentre quel che resta della grandiosa nave si avvia verso la quarta fase del progetto di ‘ship recycling’, si possono ancora sentire le voci di chi ha vissuto l’ultima crociera, quel viaggio appena iniziato e mai terminato, quel viaggio che ha trasformato il capitano in uno spietato Caronte che ha traghettato ben 32 persone verso la morte. «Stiamo affondando?», «Solo un guasto, hanno detto», «Scappiamo» e mentre tutte queste voci continuano ad affastellarsi, intorno al relitto la storia scorre, va avanti. Come un martello pneumatico in testa si iniziano a sentire le urla, i pianti di tutti quelli che a bordo, dopo un primo momento di titubanza realizzano che la nave sta colando a picco. Tra queste si sente chiaro un «buttati», urlato tra i singhiozzi. ‘Oggi’ il relitto ha scelto di regalarci un racconto a lieto fine, la storia di Umberto Trotti, della moglie Fjorda e dei loro due figli Valentina e Carlo, proprietari di un ristorante a Ferentillo.

‘Profumo d’agrumi’ La nave era salpata dal porto di Civitavecchia ed era diretta verso Savona, la prima tappa della crociera ‘Profumo d’agrumi’. La famigliola, fresca di matrimonio, era pronta a toccare Marsiglia, Barcellona, Palma di Maiorca, Cagliari e Palermo, prima di far ritorno a Civitavecchia. Mollati famiglia trottigli ormeggi poco prima delle 19 la nave ondeggiava tranquilla, mentre i passeggeri iniziavano a conoscere quella che sarebbe stata la loro ‘casa-vacanze’ per una decina di giorni. Arrivata l’ora di cena la famiglia Trotti sceglie il ristorante ‘Milano’, al terzo livello, per la cena.

La cena Seduti in un tavolo da quattro i due genitori si stavano godendo la loro luna di miele, mentre la figlia Valentina sul seggiolone giocava e il figlio Carlo dormiva tranquillo nel passeggino. Era appena iniziata una vacanza all’insegna del relax e delle visite turistiche nelle acque del Mediterraneo. I piatti arrivavano veloci, il cibo era buono, tutto perfetto finché, verso le 21,30, la bolla di pace e quiete dalla quale era avvolta la famigliola non è esplosa. Un rumore sordo, quasi fosse un terremoto e la nave che inizia a rallentare bruscamente la velocità.

Il guasto elettrico Poi un rumore metallico, un tonfo e la nave che si inclina sul lato sinistro. Il passeggino di Carlo si sposta e il bimbo, di appena sette mesi, si sveglia spaventato. Piatti, bicchieri e tutto ciò che era sui tavoli del ristorante cade a terra rompendosi in un rumore assordante. Gli altri passeggeri hanno iniziato a correre da tutte le parti, Fjorda è scatta in piedi con Carlo tra le braccia, mentre Costa ConcordiaUmberto, impietrito è rimasto seduto, non una mossa, sconvolto dall’accaduto. Valentina, seduta nel suo seggiolone, stessa reazione. Fjorda ha iniziato ad urlare ‘svegliando’ Umberto dallo stato catatonico in cui era caduto. Si è alzato di corsa e con la famiglia è andato verso le cucine per cercare di capire cosa fosse successo, mentre gli altri passeggeri sembravano uno sciame d’api impazzito. Ma il personale era tutto straniero, non una parola d’italiano finché dalla cucina non è uscito un cuoco italiano che vedendoli spaventati e disorientati, con i due bambini piccoli, li ha fatti accomodare in ufficietto assicurando che si trattava solo di un guasto elettrico e che si sarebbe subito risolto.

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Fjorda e Umberto Trotti

«Nulla di grave» Messi ‘al sicuro’ moglie e figli Umberto è tornato al ristorante per prendere i cellulari e il latte per il piccolo Carlo. Una cosa così semplice come recuperare la cena del bambino si è trasformata in un calvario. La nave di colpo si inclina sul lato destro cambiando quindi verso, arriva il contraccolpo e Umberto cade a terra non riuscendo ad alzarsi finché un cameriere non è arrivato in suo soccorso. Nell’ufficietto intanto il cuoco chiamava e richiamava l’equipaggio per capire cosa fosse successo ma la risposta era sempre la stessa: «Nulla di grave, è solo un guasto elettrico di generatori di corrente».

L’acqua Relativamente tranquilli per la risposta dell’equipaggio famiglia e cuoco si sono messi ad aspettare, ma dalle griglie del pavimento è iniziata a entrare acqua. Il cuoco allora ha preso Valentina in braccio e li ha accompagnati al secondo livello, nella parte opposta della nave, nella loro cabina per prendere i salvagente. Ce n’erano solo tre. Li prendono e la corsa continua fino al quarto livello, settore A. Il cuoco li lascia lì, convinto di averli messi in salvo visto che stavano partendo le scialuppe.

La corsa Gli altri passeggeri erano abbastanza tranquilli. I Trotti si sono messi in fila, ma dopo un’attesa Costa Concordia1di almeno un quarto d’ora hanno detto loro che la scialuppa era piena. Quando sono riusciti a trovarne un’altra un membro dell’equipaggio non li ha fatti salire perché erano del settore B e quelle erano solo per il settore A. Umberto ha provato a insistere, ma la risposta è stata sempre la stessa. La corsa è così ripresa fino al settore B. Qui la situazione non era la stessa. C’era grande confusione e agitazione. I passeggeri correvano e cadevano da tutte le parti, perché la nave si inclinava sempre di più, gridando terrorizzati. Fjorda è caduta con Carlo in braccio, mentre Umberto teneva per mano la piccola Valentina che veniva continuamente strattonata e urtata dagli altri passeggeri.

La strada tra la folla Fjorda si è rialzata e hanno iniziato a farsi strada tra la folla. Raggiunta la scialuppa non li hanno fatti salire perché non più agibile. Raggiunta la seconda, di nuovo risposta negativa, ma perché era troppo piena. Umberto allora ha insistito con tutte le sue forze ed è riuscito a far salire almeno Fjorda e i suoi figli.

Costa Concordia3La scialuppa A bordo c’erano due membri dell’equipaggio che hanno iniziato a far scendere la scialuppa. Fjorda straziata dal dolore nel vedere Umberto fermo sulla nave gli ha gridato di buttarsi e allora lui si è letteralmente lanciato e li ha raggiunti. La scialuppa intanto era inclinata perché non era stata sganciata da un lato. Si è sbloccata toccando la parete della nave che era inclinata nel verso opposto, così Umberto e gli altri passeggeri hanno iniziato a spingere con i remi sulla parete della Concordia per allontanarsi. La scialuppa così è finita di colpo in mare, dove non riuscivano ad avviare il motore.

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Umberto in cucina

L’Isola del Giglio Appena si è acceso il motore sono partiti alla volta del porto dell’Isola del Giglio. Una rotta strana e lunghissima mentre la scialuppa, troppo piena, oscillava sull’acqua. Il piccolo Carlo è stato tutto il tempo senza salvagente perché non ce n’erano di idonei per bambini così piccoli. Arrivati a riva non c’era nessun membro dell’equipaggio che potesse dire ai sopravvissuti cosa fare. «Una cosa è certa – dice Umberto – se siamo sopravvissuti è perché doveva andare così: qualcuno ha stabilito che noi quel giorno non dovevamo morire. Un miracolo».

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