Ast: «Sostenibilità ma tutti agiscano»

Il segretario regionale della Fim Cisl, Simone Liti, dice la sua e guarda al futuro oltre la crisi: «Situazione complessa ma noi ci siamo»

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di Simone Liti
Segretario Fim Cisl Umbria

Il bilancio di Acciai Speciali Terni non è stato soddisfacente, in controtendenza rispetto agli esercizi passati. Purtroppo gli effetti delle contromisure introdotte dall’Unione Europea per contrastare le importazioni proveniente dall’Asia e i dazi imposti da Trump sono lente a farsi sentire, e una volta a regime forse da sole non saranno sufficienti senza una politica industriale nazionale ed europea in grado di mettere in campo altre possibili soluzioni con il duplice obiettivo di cercare la modalità migliore per garantire la competitività dell’acciaio italiano ed europeo e migliorare l’immagine del settore siderurgico.

Tuttavia non possiamo che continuare a chiedere investimenti importanti e sostanziali ad Ast sia sotto il profilo impiantistico per aumentare la sua capacità produttiva e gli standard di qualità sia sul versante ambientale essendo la grande fabbrica una risorsa importante e volano di sviluppo per tutto il tessuto produttivo ed economico cittadino, regionale e nazionale. In quest’ottica tutti gli attori dovrebbero contribuire a sostenere il ‘Distretto italiano della sostenibilità’ in una progettualità a medio e lungo temine.

Il nuovo impianto per la generazione di vapore a recupero che consente allo stabilimento di elevare al 70% del totale la quota di vapore prodotto senza l’utilizzo di combustibili fossili, riducendo le emissioni di CO2 in atmosfera, il progetto di recupero delle scorie di lavorazione, attività affidata alla società finlandese Tapojärvi Oy con la sottoscrizione di accordi sindacali per garantire un lavoro più tutelato nel futuro, come la sottoscrizione del protocollo SAS che di volta in volta si cerca di riempire di contenuti fortemente voluto dalle organizzazioni sindacali che ha ampliato i contenuti facendo si riferimento alla sicurezza ma introducendo temi fondamentali per il futuro quali ambiente e salute, sono segnali tangibili di quello che si sta facendo.

Per supportare l’azione della fabbrica però sono necessari e urgenti anche il completamento delle infrastrutture, sia quelle materiali che quelle immateriali di competenza territoriale, regionale e nazionale. Troppo spesso la velocità non è stata direttamente proporzionale alle reali esigenze di azienda, lavoratori e del territorio nel suo insieme. Qestione per la quale Terni sembra essere sempre meno attrattiva per lo sviluppo di altri insediamenti industriali che sono creatori di sviluppo, ricchezza e lavoro che tanto manca, in questa crisi che a fatica si tenta di lasciare alle spalle, registrando un aumento delle richieste di cassa integrazione o nel peggior dei casi risoluzioni di rapporti di lavoro per la fine degli ammortizzatori sociali.

D’altro canto c’è la quotidianità all’interno del sito Ast dove i lavoratori tutti continuano a pagare l’altalenante mercato con la cassa integrazione e stop non previsti con il ricorso a smaltimento ferie; pertanto c’è l’esigenza di trovare una modalità gestionale condivisa per non scaricare sui lavoratori il prezzo della crisi del settore. Inoltre c’è la necessità di supportare con atti concreti gli annunci di disponibilità più volte fornita, di riconoscere le professionalità di operai, impiegati e quadri presenti all’interno della fabbrica per sanare le differenze che in questi anni sono venute a crearsi senza continuare, tra l’altro, a crearne delle altre, senza dimenticare i somministrati.

Per rilanciare il brand di Ast, ora che l’azienda è stata ristrutturata procedendo sulla strada della riorganizzazione attraverso l’ottica del miglioramento continuo, servirebbe che ThyssenKrupp sostenga la strategicità del sito. E’ per questo che come organizzazioni sindacali stiamo tenendo sotto controllo l’evolversi della situazione in ThyssenKrupp e degli scenari europei nelle varie aree geografiche dove si produce acciaio. Non possiamo far finta che il problema non esista, la questione va seguita coinvolgendo tutti i livelli istituzionali, da quello europeo a quello locale, passando per governo nazionale e regionale. E’ una partita troppo importante per la nostra comunità e non a caso Ast rappresenta per fatturato la seconda azienda umbra, la prima per quanto riguarda le esportazioni.

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