Il cordone ombelicale una speranza di vita

‘Cellule staminali’, se ne parla il 16 settembre alla Facoltà di medicina a Terni. Intanto l’Azienda ospedaliera attende dall’Ater le chiavi della palazzina per il centro ricerca

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La donazione delle cellule staminali del cordone ombelicale sarà il tema del convegno in programma sabato 16 settembre – dalle 9 alle 12.30 – nell’Aula Magna della Facoltà di medicina e chirurgia sede di Terni.

Il convegno Nell’ambito dell’incontro, organizzato dal comitato per la vita ‘Chianelli’ e dall’azienda ospedaliera di Terni, con il patrocinio del ministero della salute, della Regione Umbria e del Comune di Terni, esperti di settore faranno il punto sull’operatività del sistema e sulle misure da intraprendere per la promozione della donazione del cordone ombelicale, un atto assolutamente sicuro e non doloroso per la madre e il neonato.

Il cordone ombelicale Il sangue contenuto nei vasi del cordone ombelicale e della placenta (che normalmente sarebbero scartati dopo la nascita) è ricco di cellule staminali emopoietiche, cioè cellule indifferenziate che possono generare globuli rossi, globuli bianchi e piastrine. Esse rappresentano quindi una risorsa preziosa per chi soffre di gravi malattie del sangue e del sistema immunitario come leucemia, linfomi e talassemia (quando non si trovano donatori di midollo osseo compatibili) e inoltre, essendo immature dal punto di vista immunologico, riducono il rischio di rigetto in caso di non perfetta compatibilità tra donatore e ricevente. È per questo che dal 1993, con l’apertura della prima banca pubblica per la conservazione del sangue cordonale in Italia, sempre più donne vengono invitate a donare, appena dopo aver dato alla luce i propri bimbi, le preziose cellule staminali contenute nel cordone ombelicale.

Banca per la conservazione In Italia oggi sono attive 19 banche che raccolgono, analizzano e conservano le unità di sangue cordonale donate al momento del parto in 320 punti nascita convenzionati. Delle 40 mila sacche conservate solo una piccola parte viene utilizzata, ma è importante incrementare il numero dei prelievi per disporre di una sempre più ampia varietà di caratteristiche genetiche e aumentare le probabilità di trovare le cellule compatibili con qualunque paziente ne faccia richiesta. Le banche italiane sono collegate in una rete coordinata dal Centro nazionale sangue e le caratteristiche genetiche delle cellule conservate sono riportate in un registro internazionale, in modo che si possa identificare in tempi brevissimi la sacca utile per un dato paziente e fargliela pervenire in qualsiasi parte del mondo.

In Umbria dai primi anni 2000 sono attivi centri di raccolta a Terni, Spoleto e in Alta Valle del Tevere, che inviano campioni alle banche del sangue cordonale del Lazio e della Toscana. Nel 2015 presso il servizio immuno-trasfusionale dell’ospedale di Terni è stato istituito il Centro di raccolta regionale del sangue del cordone ombelicale (Crr-Sco), che raccoglie i campioni dei vari punti nascita regionali per inviarli alla Banca regionale Sco del Lazio con cui c’è una specifica convenzione, e dal 2016 sono operativi anche i punti nascita di Perugia, Foligno ed Orvieto.

La palazzina ex ‘Milizia’

Centro ricerca cellule staminali Intanto dall’Azienda ospedaliera Santa Maria di Terni, per quanto riguarda la Fondazione cellule staminali, fanno sapere che «il direttore generale Maurizio Dal Maso non ha al momento grandi novità. L’Azienda è in attesa della consegna delle chiavi della palazzina ex ‘Milizia’ da parte dell’Ater, più volte sollecitata, per poter poi dare il via ai lavori nella sede». Il presidente dell’Ater Alessandro Almadori, contattato da umbriaOn spiega che «sono in via di definizione gli atti amministrativi e la consegna delle chiavi avverrà a breve».

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